GROSSETO – «Il diritto allo studio è importante all’interno del sistema fondativo del nostro Paese» lo affermano i consiglieri provinciali Claudio Franci, Marcello Giuntini, Francesco Limatola e Lorenzo Mascagni in una interrogazione in merito alla sede del Centro provinciale istruzione per adulti (Cpia).
«Formarsi, formarci e formare anche tutti coloro che arrivano e desiderano inserirsi nel nostro sistema sociale. A Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco e presidente della Provincia, questi principi non li conosce o cerca di eluderli. La pretestuosa polemica sullo svolgimento delle lezioni pomeridiane nei locali dell’Istituto “Leopoldo II di Lorena” da parte di richiedenti asilo sollevata da due esponenti della Lega sembra abbia indotto Vivarelli Colonna, nelle vesti di presidente della Provincia, a dare una controllata alle caldaie, verificarne i consumi e aver valutato di non disporre delle risorse per garantire il riscaldamento pomeridiano delle aule. Contabilità, peraltro ancora tutta da verificare» prosegue la nota.
«Dove andranno a studiare tutti gli adulti, compresi i richiedenti asilo, del Cpia, Centro provinciale per l’istruzione degli adulti? Il Vivarelli, di fatto, nega il diritto allo studio. È bene essere chiari. È una limitazione nata per compiacere la Lega? Crediamo che, a questo punto, sia doveroso un chiarimento da parte della Provincia sulla presunta impossibilità a sostenere le spese per il riscaldamento dei locali. Lo stesso ente dovrà spiegare anche come intende garantire lo svolgimento a Grosseto del servizio pubblico di istruzione degli adulti visto che nel dimensionamento scolastico recentemente approvato non risulta abolito il Cpia.
Abbiamo richiesto con un’interrogazione a risposta scritta rivolta al presidente della Provincia a quanto ammontano le risorse necessarie per riscaldare i locali e sapere, senza tentennamenti ed evitando ipotesi fantasiose, quale sarebbe stato l’aggravio di spesa per l’Ente Provincia. Nella speranza che la Provincia risponda al più presto all’interrogazione senza nascondersi “dietro la caldaia”».