GROSSETO – «E’ stata innescata una guerra del latte pericolosa per tutta la filiera toscana, non possiamo più rimanere inerti o tanto meno accettare le estenuanti trattative dei tavoli locali e nazionali, bisogna agire» questo in sostanza il messaggio della lettera inviata al Prefetto di Grosseto dal consigliere comunale del gruppo Gente Comune di Cinigiano, Giovanni Barbagli, cofirmata dalla presidente del Comitato Pastori d’Italia, Mirella Pastorelli.
«Dopo aver partecipato come Comitato all’incontro al Ministero dell’Ambiente – dice la lettera – nel quale sono stati affrontati i problemi delle predazioni degli ovini, ma anche la crisi del latte, l’aumento dei costi della produzione della trasformazione del latte e l’allarme che ha suscitato la decisione di Granarolo e Alival con la disdetta dei contratti di fornitura del latte dai produttori toscani, innescando una guerra del latte pericolosa per tutta la filiera toscana, non possiamo più rimanere inerti o tanto meno accettare le estenuanti trattative dei tavoli locali e nazionali, bisogna agire e pretendere che i vari livelli di responsabilità si attivino con soluzioni e proposte prima che sia tropo tardi.Siamo consapevoli che interessi commerciali e industriali nazionali ed europei agiscono da tempo per scoraggiare i vari soggetti della filiera del latte (pastori,produttori dei derivati ecc) ma proprio per questo fare fronte comune fra Istituzioni governative, regionali e locali sia la migliore risposta da dare superando incertezze e ritardi».
«Occorre – prosegue ancora la lettera – a nostro avviso uscire dall’angolo in cui ci troviamo sia per la difesa della attività pastorizia dalle continue predazioni, sia dal nuovo attacco sferrato della grande industria alla produzione del latte e dei prodotti tipici toscani di questa filiera. Ma questa volta vorremmo contrapporre una nuova strategia quella di filiera ovvero ; pastori, produttori dei derivati del latte, comuni, e Provincia per difendere un settore quello del latte facendo squadra e discutendo insieme come organizzarci nel territorio toscano e maremmano in particolare e nel territorio confinante laziale sulla falsariga di quanto fu fatto in Emilia negli anni venti e negli anni successivi sottraendosi alle strategie degli interlocutori industriali e aprendo la strada del latte per la Toscana e l’alto Lazio. I buoni risultai raggiunti dai produttori de Pecorino Toscano DOP rappresentano un valido modo per proseguire su questa strada».
«Ma ora di fronte al tentativo del far sparire il latte toscano per fare sparire il pecorino toscano DOP – sottolinea la lettera – ci deve impegnare tutti a promuovere una iniziativa comune. Ci sono proposte che meritano una attenta valutazione: 1 . rafforzare il marketing del latte toscano consolidando la distribuzione nel territorio toscano e nazionale 2 . avviare la tracciabilità del latte toscano per difenderne la qualità e la genuinità 3 . assumere precise e definitive decisioni per scoraggiare la predazione degli ovini 4 . programmare e sostenere nei prossimi anni investimenti mirati per superare la stagionalità della produzione e della distribuzione del latte».
«Sulle problematiche sopra esposte – concludono Barbagli e Pastorelli – e sulle proposte avanzate chiediamo anche ai sindaci della provincia di Grosseto e al presidente della provincia di promuovere un’ azione unitaria per formulare un documento a difesa della produzione del latte toscano e per la difesa della pastorizia dalle predazioni»