GROSSETO – Proseguono le iniziative di Musei di Maremma per rendere accessibili a tutte le persone, anche quelle con diverse disabilità, i 54 tra musei, aree archeologiche e sedi espositive della rete museale grossetana.
Si tratta del progetto “Musei SuperAbili”, realizzato insieme all’Associazione Handy Superabile e l’Associazione culturale Prisma e che si è classificato al primo posto nel bando della Regione Toscana destinato ai sistemi museali che lavorano sul tema dell’accessibilità. Al Museo Archeologico di Grosseto si è tenuto l’incontro finale del percorso sull’accessibilità dei musei a cui hanno partecipato principalmente gli operatori che lavorano ai front office dei musei, formati per accogliere persone con disabilità motorie, uditive e visive.
Tra i relatori Roberta Pieraccioli coordinatrice dei Musei di Maremma, Stefano Paolicchi presidente di Handy Superabile, Valentina Murru vicepresidente Unione Italiana Ciechi di Grosseto, Simona Rafanelli del Museo Civico Archeologico di Vetulonia, Nicola Amico e Ginevra Niccolucci dell’associazione Prisma. Alla fine dei lavori è stata consegnata a tutti i musei archeologici della rete (che sono numerosi), la riproduzione e il kit di scrittura della Tavoletta di Marsiliana, una tavoletta etrusca destinata alla scrittura ritrovata a Marsiliana d’Albegna, nella necropoli della Banditella di epoca orientalizzante (dalla fine dell’VIII al VI secolo a.C.) e conservata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. La riproduzione della tavoletta permette di scrivere sulla cera come facevano gli antichi e sarà utilizzata sia per le attività didattiche con i bambini e ragazzi sia per le attività con persone non vedenti.
“Possiamo abbattere le barriere sensoriali per aiutare le persone che hanno una difficoltà visiva quando entrano in un museo – ha spiegato Valentina Murru vicepresidente dell’Unione Italiana Ciechi di Grosseto -, ci sono molte soluzioni di tipo tecnico che si possono mettere in campo come le audio descrizioni, le riproduzioni tattili, le scritte in braille o in carattere ingrandito per gli ipovedenti, illuminazioni adeguate, riproduzioni in 3 D dei reperti ma il lavoro più importante è svolto dagli operatori e dalle guide che accolgono la persona disabile visiva e che devono mettere in campo la loro piena disponibilità, competenza e passione per aiutare i disabili a fare questa esperienza all’interno di museo, facendo percepire loro di cosa stiamo parlando. Questo vale per l’archeologia ma la sfida più grande – conclude Valentina Murru – riguarda l’accessibilità ai musei di arte figurativa dove il messaggio deve essere ancora più intenso per una esperienza più ricca e significativa anche alla persona che non vede”.
“Abbiamo spiegato che è necessario un lavoro sull’abbattimento delle barriere architettoniche ma anche su quelle culturali – ha aggiunto Alessandra Biagianti interprete della Lis (Lingua dei segni) – che sono quelle che impediscono alla maggioranza delle persone con disabilità uditiva di entrare in un museo, fruirlo e anche divertirsi. Dobbiamo adattare le didascalie e realizzare dei video nella lingua dei segni per le persone sorde ma anche per tutti coloro che vogliono vedere questi video in particolare i bambini per le loro esigenze didattiche. Inoltre spero che un progetto come quello che abbiamo realizzato al Museo di Vetulonia, dove sono stati installati tre totem con video nella lingua dei segni e riproduzioni dei reperti in 3D, venga diffuso anche negli altri musei”. Per informazioni: www.museidimaremma.it