GROSSETO – «Solo pochi giorni fa, all’indomani dell’aggressione subita in pieno centro da una donna, la Lega sferrava un violento attacco al sindaco, accusandolo di temporeggiare e non fornire risposte sul tema della sicurezza. Oggi il copione si ripete. Questa volta il casus belli è la programmazione, da parte del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, che fino allo scorso anno operava presso l’Istituto Fossombroni, di un ciclo scolastico per i propri studenti nei locali dell’Istituto Leopoldo II di Lorena». Inizia così la nota firmata dai gruppi consiliari del Partito democratico e della Lista Mascagni che intervengono sulla questione dei corsi per studenti adulti ai quali partecipano anche migranti stranieri richiedenti asilo.
«Nulla di strano se non fosse che la Lega, appreso che tra quegli studenti ci sono anche cittadini extracomunitari, con un comunicato delirante ha denunciato il rischio che quelle persone possano portare infezioni, lasciando intendere addirittura possibili contagi da Hiv. Un allarme, lanciato dal deputato Mario Lolini e dal segretario provinciale Andrea Ulmi, chiaramente del tutto fasullo. Completamente inventato è il rischio di una qualsivoglia infezione, come confermato anche dall’Azienda USL. Ma completamente inventato è anche il coinvolgimento del COESO e del Comune di Grosseto, come invece sostenuto dalla Lega».
«Non possiamo pensare che un parlamentare ed il segretario di un partito di governo trasudino tanta ignoranza da non conoscere certe cose. Dobbiamo allora interrogarci sul perché di simili dichiarazioni, in cui si tirano in ballo proprio il Comune di Grosseto ed il COESO, dove guarda caso Vivarelli Colonna ha deciso di restare facendo imbufalire la Lega. La risposta sta nella guerra intestina che ormai da tempo impegna su un fronte la Lega, che dopo un’accurata campagna acquisti tra gli altri gruppi consiliari è diventato il partito più consistente, e sull’altro il sindaco con i suoi assessori più fedeli».
«Non per nulla il (tardivo) intervento di Vivarelli Colonna manifesta l’imbarazzo in cui il sindaco è stato posto, finendo con il mettere una toppa rivelatasi peggiore del buco. Non solo il primo cittadino ha incredibilmente giustificato le dichiarazioni di Lolini e Ulmi, sorvolando sullo sdegno che simili dichiarazioni hanno provocato nell’intera comunità grossetana (oltre che sull’ennesimo ceffone ricevuto dai propri ‘alleati’)».
«Addirittura si è spinto ad attaccare i dirigenti scolastici interessati (che, fino a prova contraria, rispondono al Ministero dell’Istruzione e al principio dell’autonomia scolastica) e ad auspicare che d’ora in avanti le attività didattiche del Centro per l’istruzione degli adulti siano collocate fuori dalla città, in ogni caso in edifici non scolastici al fine di evitare “qualsiasi tipo di coabitazione” con gli altri studenti (definiti “regolari”), ritenuta dal sindaco “non sostenibile con altre esigenze della città”. Che dire? Attendiamo di conoscere quali sarebbero queste fantomatiche “esigenze della città” che imporrebbero l’allontanamento degli studenti iscritti al Centro per l’istruzione degli adulti.Ci piacerebbe però che questa volta dalla bocca del sindaco uscisse il suo pensiero, perché di quello di Ulmi e Lolini ne abbiamo già avuto tutti abbastanza».