GROSSETO – «La vicenda degli appartamenti non conclusi in via De Barberi a Grosseto, e il reindirizzo di circa 4 milioni di Euro alle nuove edificazioni di appartamenti pubblici alle Stiacciole – interviene nel dibattito il segretario provinciale del Sunia, Antonio Terribile – chiamano in causa le strategie del Comune per dare una casa ai tanti grossetani che vivono in emergenza abitativa, o che non hanno oggettivamente la possibilità di acquistare un appartamento».
Ridestinare quelle risorse regionali per non perderle è stato senz’altro un gesto di buon senso, ma come Sunia ci siamo chiesti se almeno una parte di esse non potessero essere destinate al recupero e alla ristrutturazione del patrimonio pubblico esistente in città, dal momento che ci risulta siano attualmente almeno 35 gli alloggi dell’Edilizia provinciale grossetana (Epg) non utilizzati perché da tempo in attesa di ristrutturazione. In questo contesto la lentezza delle procedure per le manutenzioni e la messa a norma degli alloggi che per una logica di rotazione si rendono disponibili, non è più giustificabile. E forse si poteva utilizzare una parte delle suddette risorse».
«Negli ultimi 15 anni – aggiunge il segretario del Sunia – la questione abitativa nel nostro Paese è stata relegata in secondo piano con l’illusione che, avendo raggiunto una quota pari all’80% di famiglie proprietarie dell’abitazione, il mercato da solo avrebbe risolto il problema della scarsità di alloggi in locazione.
E invece la debolezza delle politiche abitative per le fasce medio-basse, la carenza di un’offerta di abitazioni in affitto a prezzi accessibili, l’insufficienza e l’esiguità del patrimonio pubblico di edilizia sociale, sono alla base della criticità che il problema casa assume anche nella nostra città e provincia. Marginalità economica della nostra provincia e invecchiamento generazionale, con l’esposizione alla crisi di tutti questi anni, impediscono alle fasce con domanda debole anche la possibilità di accesso al mercato dell’affitto. Per questo motivo il tema di reperire oggi il maggior numero possibile di alloggi pubblici a canone concordato e sostenibile diventa l’unica risposta per centinaia e centinaia di famiglie anche nella nostra città».