GROSSETO – “Sia autorizzata la legittima difesa contro lupi e cinghiali” a chiederlo sono gli agricoltori toscani che aderiscono a Confcooperative FederAgriPesca
“Il ministro ci ha spiegato che si, gli animali sono bellissimi, ma quando vanno fuori controllo diventano un problema che colpisce non solo noi agricoltori, ma anche gli animali stessi perché la natura va sempre tenuta in equilibrio”, così Ritano Baragli, referente sezione prodotto vitivinicolo Confcooperative FederAgriPesca della Toscana, sintetizza il faccia a faccia con il ministro all’Agricoltura Gianmarco Centinaio in occasione di Vivite, Festa del vino a Milano.
“Un breve incontro – illustra Confcooperative FederAgriPesca in una nota – in cui il ministro ha assicurato l’intervento del proprio dicastero per tutelare le produzioni vitivinicole e agricole toscane, compresa anche una legge che autorizzi la legittima difesa contro gli assalti degli animali”.
“Il ministro innanzitutto ha ben compreso come noi stiamo ponendo un problema serio e reale – ha spiegato, a margine del colloquio, Baragli -, e soprattutto ci ha garantito il suo impegno e quello del ministero che dirige per porre sotto controllo, anche con una legge ad hoc, un fenomeno che quando viene fatto crescere senza limitazioni mette a serio rischio le nostre produzioni agricole e vitivinicole. Per questo noi proponiamo che ci sia una possibilità di legittima difesa contro chi assale i nostri campi”.
“Attualmente nella sola nostra Toscana – spiega Baragli – possiamo contare quasi 500mila capi fra cinghiali, caprioli, daini e lupi. Una popolazione eccessivamente ampia che colpisce costantemente le nostre culture e le nostre finanze. Oramai un qualsiasi agricoltore deve mettere fra i suoi costi fissi sia i danni diretti che subirà sia le misure di prevenzione e dissuasione che deve mettere in campo per difendersi. Sono costi aggiuntivi che ovviamente da una parte vanno a incidere sia sul prezzo finale e che rischiano di farci stare fuori mercato, ma senza i quali, purtroppo, ogni produttore corre il rischio di vedere distrutto il proprio lavoro mettendo così in pericolo la sua stessa azienda”.
“Dato che il ministro Salvini vuole giustamente riconoscere il più ampio diritto alla difesa per chi viene aggredito in casa propria, per noi serve che all’agricoltore sia garantita la possibilità di difendere se stesso e i propri beni dai branchi di animali che assaltano le sue produzioni. Noi proponiamo una legge ad hoc che riconosca al coltivatore il diritto di abbattere, utilizzando ovviamente chi ha la licenza per farlo come i cacciatori, quegli animali che invadono i campi e distruggono le coltivazioni. E su questo il ministro Centinaio ci ha dato pieno sostegno” conclude Baragli.