GROSSETO – Si allungano i tempi di recupero di Saverio Camilli. Proprio lui, che nel Grifone si stava ritagliando un ruolo di spicco, dovrà pazientare ancora un po’. I secondi accertamenti fatti lo scorso lunedì hanno evidenziato una lesione muscolare di secondo grado, e non di primo grado come si pensava inizialmente, che potrebbe tenere il giocatore lontano dai campi di gioco addirittura per un mese. Ma lui non dispera e continua le sedute di fisioterapia in attesa, stando accanto ai compagni, di tornare a disposizione. Tifoso della Ternana, nato a Spoleto ma cresciuto calcisticamente nel Siena, Camilli ha fatto l’intera trafila con i bianconeri: dai Giovanissimi alla Primavera, passando per gli Allievi. A Siena ha sfiorato anche la serie B, con dieci presenze in panchina senza però giocare. Poi gli intrecci con Novara e Vicenza e, finalmente, l’approdo a Poggibonsi e San Gimignano dove lo scorso anno ha vinto il campionato di Eccellenza, facendosi notare dal Grosseto.
Partiamo dall’infortunio. Come sta e quali sono i tempi di recupero?
“Purtroppo dovrò aspettare più di quanto pensassi. Sulla carta potrei stare fuori un mese, ma se continuo a lavorare bene come sto facendo i tempi potrebbero anche accorciarsi. Almeno spero…”.
In pochi si aspettavano un inizio di stagione così strepitoso. Qual è il vostro segreto?
“Il gruppo. E la mia non è una frase fatta, ma la verità. In questa categoria trovare un buon gruppo ed essere uniti dentro e fuori dallo spogliatoio fa la differenza. Come lo scorso anno: il Grosseto tecnicamente era superiore al San Gimignano, ma noi abbiamo vinto perché eravamo compatti, avevamo formato un gruppo vero. La stessa cosa la sto vivendo quest’anno a Grosseto. Chiunque scenda in campo sa di poter contare sul compagno e sulla forza del gruppo; un gruppo che sa soffrire, sa reagire ma sa anche scherzare e divertirsi. E il risultato sono poi le vittorie sul campo”.
Per questo lo scorso dicembre ha rifiutato il Grosseto per rimanere a San Gimignano?
“Esatto. Stavamo facendo qualcosa di importante e per questo decisi di rimanere con il gruppo fino alla fine. Pensavo di aver perso per sempre l’occasione di approdare a Grosseto, ma a fine campionato il presidente Ceri mi chiamò per farmi i complimenti e di lì a poco quel treno passò di nuovo…”
Adesso ha un anno di contratto con il Grosseto per dimostrare quanto vale.
“Sono contento di essere qua. Pensavo però di essermi inimicato i tifosi biancorossi, ma dopo poco ho scoperto invece che non era così. Il loro sostegno e il loro attaccamento, anche se lo stadio non è pieno, è per noi fondamentale. Non vedo l’ora di tornare in campo, potermi sfogare e dare una mano ai miei compagni”.
Nel 433 del Grosseto si trova meglio a centrocampo o in attacco?
“In carriera ho giocato molte più partite come interno di centrocampo, anche se chiaramente giocare in attacco dà più soddisfazioni. Cercare l’assist per i compagni è forse la cosa che preferisco, ma rientrare in difesa e fare un bel recupero ti dà tanta soddisfazione. Non ho mai fatto tanti gol anche perché preferisco giocare a supporto della squadra”.
Qual è per lei il giocatore biancorosso che può ancora crescere tanto?
“Ne dico due. Per primo Boccardi, perché in allenamento è davvero un fenomeno e se riesce ad esprimersi così anche in partita fa la differenza. E poi dico Pirone. Gabriele sta tornando in queste ultime partite ai livelli che gli competono”.
E poi c’è un certo Camilli, che potrebbe aiutare il Grifone a volare in D…
“Lo spero. Noi ce la stiamo mettendo tutta ma sappiamo che arriveranno anche momenti difficili. L’importante sarà rimanere compatti e affrontare ogni difficoltà insieme, come gruppo, ma anche con l’aiuto dei tifosi”.