GROSSETO – Il nuovo allarme sicurezza stavolta è lanciato da Filcams Cgil e Fp. “Filcams e Funzione pubblica della Cgil – dichiarano i due segretari Massimiliano Stacchini e Francesco Nardi – sollecitano ancora una volta istituzioni e l’impresa Manutencoop a farsi carico in modo attivo della sicurezza delle addette alle pulizie e dei dipendenti che lavorano nei locali della Regione Toscana situati in via Trieste, a ridosso di piazza della stazione. Una zona particolarmente degradata e mal frequentata dove spaccio e prostituzione sono all’ordine del giorno. Proprio nelle strade di quell’area, inoltre, da alcuni giorni a questa parte c’è anche un blackout dell’illuminazione pubblica che peggiora ulteriormente la situazione, contribuendo ad aumentare il senso di insicurezza in chi è costretto a frequentarla per lavoro”.
Già da alcuni mesi a questa parte le addette alle pulizie di Manutencoop ci hanno segnalato episodi di malcostume e vera e propria violenza nei quali sono state coinvolte all’uscita dal lavoro, come insulti e intimidazioni verbali da parte di persone coinvolte nel giro di spaccio e prostituzione, sfociati in un caso anche nel lancio di bottiglie all’indirizzo delle lavoratrici”.
“Lo scorso anno – con lettera del 5 ottobre – come Filcams avevamo scritto a Prefettura, sindaco Vivarelli Colonna, anche in veste di presidente della Provincia, Regione Toscana e all’azienda Manutencoop per segnalare questi problemi, e i rischi che correvano le addette alle pulizie uscendo dal lavoro intorno alle 18.00.
Successivamente, lo scorso 28 agosto abbiamo formalmente chiesto un incontro al Comune, ma la nostra delegata sindacale e membro della segreteria della Filcams, Alessandra Savignano, si è sentita rispondere verbalmente che l’incontro non ci era stato accordato perché il problema riguardava tutti i cittadini, e quindi non c’era motivo di parlarne con il sindacato”.
“Considerato che nel frattempo non c’è stato alcun intervento evidente per garantire la sicurezza in quell’area, e che in questi giorni le cose sono ulteriormente peggiorate a causa di un black out che inspiegabilmente si protrae da troppo tempo, a questo punto – concludono Stacchini e Nardi – ribadiamo pubblicamente la nostra richiesta di incontrare istituzioni e azienda, ma soprattutto scelte operative che dimostrino almeno la volontà di affrontare il problema”.