GROSSETO – «Trentasei per cento contro trentaquattro per cento. Sono i ridicoli valori di raccolta differenziata raggiunti dal centrosinistra e dal centrodestra nel nostro Comune» il commento è dei consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Daniela Lembo, Antonella Pisani, Francesca Amore e Gianluigi Perruzza. «La partita, giocata dai due schieramenti sulle pagine dei quotidiani di questi giorni, si consuma attorno ad un misero terzo di quello che invece dovrebbe essere il livello di civiltà di una comunità governata da menti pensanti e con una visione lungimirante: valori prossimi al 100% di raccolta differenziata. Siamo ad uno scontro, questo è vero, ad uno scontro di civiltà, ad una contesa tra culture diverse: la loro – destra o sinistra poco importa – e la nostra. Trentaquattro contro trentasei: due miserie in un corpo solo».
«Guido Viale, nel suo libro “Azzerare i rifiuti” dimostra come gli stessi non sono e non possono essere – se non per caso e in via estemporanea – una risorsa – prosegue M5S -. Illudersi di risolvere il problema dei rifiuti solo considerando questi una risorsa è come non voler riconoscere il vero problema e girarsi dall’altra parte: quello di contenerne e ridurne la produzione. E di questo vogliamo parlare per distogliere l’attenzione mediatica dai numeri, dalle percentuali e puntare dritto, invece, verso le azioni da mettere in campo, nella speranza che qualcuno con in mano la cloche di comando, ci ascolti. Del resto, ascoltare il M5S era o non era una promessa elettorale che il Sindaco ha fatto alla cittadinanza? Il riciclaggio dei rifiuti è senz’altro la forma più razionale e conveniente per il loro smaltimento ma, come dicevamo, la partita vera si gioca sul piano della riduzione alla fonte».
«Così come gli escrementi sono il rifiuto biologico del corpo umano prodotti attraverso il consumo di cibo, allo stesso modo i rifiuti sono gli escrementi del corpo sociale prodotti attraverso il consumismo. E la loro analisi, biologica e sociale, ci dice tutto quello che occorre sapere per capire se stiamo consumando bene. Insomma, se ci vogliamo bene o ci vogliamo male. Soffermiamoci sulle analisi dei rifiuti del corpo sociale partendo in primis dalla loro quantità. Ridurne drasticamente la produzione non può che avvenire attraverso la scelta di quello che si consuma ed il modo in cui lo si fa, ossia, cosa scegliamo di acquistare. Meno imballaggi superflui la cui dimensione raggiunge oggi il 40% dei rifiuti urbani in termini di peso e tocca quota 80% in termini di volume. L’utilizzo della cauzione su bottiglie e contenitori a rendere sarebbe un buon punto di partenza – proseguono i pentastellati -. Limitare fortemente il ricorso ai prodotti usa e getta incentivando quell’universo di buone pratiche ancora troppo ignorate: i pannolini lavabili, lavastoviglie extra rapide per mense e sagre e via dicendo».
«Incoraggiare e sostenere la vendita di prodotti sfusi, cosiddetti alla spina, come i detersivi, ma soprattutto i generi alimentari. Meno spreco di cibo grazie ad un acquisto di derrate alimentari libero da programmazione. Avanti con il compostaggio domestico dei rifiuti organici. Sensibilizzare la cittadinanza verso l’acquisto di prodotti tecnologici modulari a basso livello di obsolescenza programmata. Incentivare e regolare un mercato dell’usato dalle enormi potenzialità in grado di evitare il ricorso alla discarica o all’inceneritore. Ebbene, questi sono solo alcuni esempi di cosa si dovrebbe fare per prima e soltanto dopo ricorrere alla raccolta differenziata con il porta a porta, con i cassonetti intelligenti, con i centri di raccolta e tanti altri strumenti e soluzioni tecnologiche a disposizione di veri esperti in progettazione di sistemi di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ecco perché riteniamo che parlare di percentuali di raccolta differenziata, peraltro talmente basse da posizionare Grosseto, blu o rossa la musica non cambia, ai più bassi livelli riscontrabili in Regione, sia un esercizio sbagliato – conclude -. Quello che proponiamo sono azioni semplici, alla portata di qualsiasi cittadino ed amministrazione locale. Basta volerlo».