GROSSETO – Sull’inchiesta giudiziaria che in questi giorni sta coinvolgendo Acquedotto del Fiora intervengono con una nota congiunta Leonardo Culicchi, segretario Unione Comunale Pd e Lorenzo Mascagni, capogruppo Pd Comune Grosseto.
«Quando interviene la magistratura – scrivono Culicchi e Mascagni – è opportuno attendere gli esiti dei relativi accertamenti, senza lasciarsi andare a giudizi affrettati. La politica deve piuttosto interrogarsi su quali strategie adottare perché i servizi pubblici, come quello idrico gestito nel nostro territorio da Acquedotto del Fiora SpA, possano sempre più e sempre meglio corrispondere alle esigenze dei cittadini».
«C’è poi il tema della correttezza delle procedure di affidamento dei lavori, che sembra all’origine della vicenda giudiziaria e del malessere di tante imprese artigiane locali, che si considerano tagliate fuori dal sistema degli appalti. Lamentela, invero, non nuova che il sistema delle imprese ha rivolto in questi ultimi anni anche al Comune di Grosseto, i cui principali bandi sono stati aggiudicati da imprese estranee al tessuto locale».
«Ecco dunque che accanto al tema della trasparenza nella gestione delle gare, da perseguire anche attraverso l’albo dei fornitori, che peraltro Acquedotto del fiora già utilizza, per garantire un’equa rotazione nel rispetto dei codici normativi dei contratti, si pone anche l’esigenza di individuare “tagli” più adeguati che consentano anche alle imprese locali di partecipare e rendano più difficoltosa la formazione di cartelli».
«Quanto al servizio idrico mette conto tornare ad affrontare con decisione, anche nel nostro comune, questione della gestione, tenendo conto che nel 2021 l’Autorità Idrica Toscana (AIT) dovrà disporre un nuova affidamento del servizio per l’intera regione».
«Circa 20 anni fa la Regione Toscana scelse il modello misto di gestione, con società a maggioranza pubblica e con rilevante partecipazione di soci privati; all’epoca occorrevano ingenti risorse finanziarie e capacità manageriali che hanno senz’altro contribuito a migliorare il servizio. Questo modello è stato fatto proprio anche da Acquedotto del Fiora, con la partecipazione del socio privato Acea, società facente capo al Comune di Roma».
«Oggi, in vista dell’appuntamento del 2021, occorre domandarsi se non occorra aprire una nuova fase, sulla scorta anche dell’input lanciato dal Consiglio regionale alcune settimane fa. L’idea è quella che il servizio possa tornare ad essere gestito completamente dalla mano pubblica, senza che ciò comporti un aumento delle tariffe e senza che si abbandoni la gestione industriale che in questi anni ha portato indubitabili vantaggi. Poiché il servizio verrà gestito su base regionale ed occorrerà liquidare i soci privati, occorrerà individuare un soggetto pubblico in grado di sostenere i relativi oneri finanziari».
«Ecco perché i comuni toscani, a partire dai capoluogo, devono mettersi subito a lavoro in questa direzione. Il Pd proporrà una mozione in consiglio comunale proprio per stimolare il sindaco a promuovere tale percorso».