GROSSETO – «Sembra il gioco dei bussolotti, con insegnanti spostate di classe in classe e i bambini che ogni anno debbono abituarsi ad una nuova maestra». Sono indignate le mamme della scuola elementare di via Rovetta e della media, che fanno parte del quinto circolo. Lamentano il trasferimento delle insegnanti da una classe all’altra.
«La continuità è importante – affermano – e non capiamo questi spostamenti. Anche perché a rimetterci sono solo i ragazzi». La delegazione delle mamme è ampia e composita: si va dalla seconda alla quarta di via Rovetta, passando per le medie. Tutte con lo stesso problema.
«In seconda la maestra di storia e geografia è stata tolta da una delle sezioni e lasciata a lavorare nell’altra, nello stesso modulo e come potenziamento, in quarta lo scorso anno hanno perso l’insegnante di matematica che ha cambiato circolo, e dopo due anni quella di storia è stata spostata a insegnare in un’altra classe dello stesso plesso. Una insegnante è stata tolta dalla sua classe in quinta, dopo quattro anni di insegnamento».
«Stessa situazione alle medie: in tre anni hanno cambiato quattro professori – proseguono le mamme -. La cosa che ci infastidisce è che non si può pensare alla scuola come ad una qualunque azienda in cui le ore delle insegnanti siano da usare per “tappare buchi”: ai ragazzi serve tempo per farsi conoscere dalle insegnanti, questo continuo cambiare crea disagio nel processo di apprendimento, e mina la serenità dei ragazzi».
Poi le mamme ricordano: «Lo scorso anno hanno chiesto il trasferimento in cinque: perché non adibire i nuovi arrivi a quei posti lasciati liberi? Perché rivoluzionare tutto l’organico con questo gioco dei bussolotti?».
Alcune mamme sono anche andate a parlare con la preside del quinto circolo, Alessandra Marrata, «Ma non ci ha dato una vera spiegazione sulle motivazioni di questi continui cambi. Quando sono uscita mia figlia, che aspettava fuori, mi ha detto “me la ridà la mia maestra?” mi si è stretto il cuore. Siamo andate anche al Provveditorato, ma sembra che l’unica che possa decidere è la preside. Non tutto può essere giustificato con “ci sono problemi organizzativi” il bene primario devono essere i ragazzi».