GROSSETO – «Un testo complessivamente positivo. La nostra Regione si colloca nel solco di quante hanno ritenuto corretto mantenere l’ apertura anticipata della caccia senza farsi intimidire dalle continue richieste di sospensiva prodotte dal mondo animalista ed ambientalista» così Marco Romagnoli, segretario della Confederazione Cacciatori Toscani, commenta in una la decisione della Regione.
«La caccia per le specie oggetto della delibera, svolta nel rispetto delle direttive e della scienza – dice Romagnoli – può essere pienamente e legittimamente praticata dai cacciatori senza provocare alcun danno alla conservazione delle specie interessate. La pre-apertura, svolta in un periodo così delicato per le produzioni agricole di eccellenza, favorisce il contenimento di specie opportuniste che producono danni all’agricoltura».
«Dobbiamo tuttavia rimarcare alcuni limiti del provvedimento che, a nostro parere, potevano essere superati già da quest’anno e che speriamo potranno essere riconsiderati in futuro – aggiunge il segretario – nello specifico ci riferiamo alla mancata possibilità di abbattere nelle due giornate di pre-apertura la forma inselvatichita di Piccione domestico e la Tortora dal collare (Streptopelia decaocto). Dispiace anche non aver visto inserita la possibilità di utilizzazione del cane da riporto per un fatto puramente etico e tecnicamente ineccepibile; così, con la mancanza di un capace ausiliare per il recupero, si verificheranno inutili perdite di capi feriti o abbattuti».
Le più importanti novità da evidenziare, secondo Federcaccia, sono:
– per entrambe le giornate l’orario previsto va dalle ore 6,00 alle ore 19,00;
– è stata inserita la possibilità di cacciare le specie acquatiche (Alzavola, Germano reale e Marzaiola);
– Si potrà esercitare la caccia sempre da appostamento anche all’interno delle aree boscate ;
– per lo Storno la delibera prevede la possibilità di cacciare solo nel raggio di 100 metri da superfici interessate a vigneto, oliveto e novità molto importante, anche da frutteti, aventi frutto pendente, ed in terreni in cui sono in atto sistemi dissuasivi incruenti a protezione delle colture.
«Quest’ultima disposizione – conclude la nota – era stata da tempo sollecitata dalla CCT al fine di avere una maggiore salvaguardia delle produzioni agricole e per aumentare la superficie di intervento per il prelievo dello Storno rispetto gli anni scorsi».