GROSSETO – Un bando del Coeso, per l’accoglienza dei migranti, prima pubblicato e poi ritirato, ha dato il La ad una lunga mail che è stata inviata alla nostra redazione, una mail che mette in dubbio i motivi per cui questo bando (a questo LINK) sarebbe stato ritirato.
Secondo quanto scrive forse l’operatore di una cooperativa, visto che la persona non si qualifica se non come Mario Rossi, un bando che coinvolge nell’accoglienza tutti i comuni. «Il bando – scrive – si suddivide in sei blocchi: quattro “sottobandi” per aree territoriali per la gestione “più spiccia” dei centri di accoglienza e due “sottobandi” che coordinano le attività di mediazione orientamento, quindi servizi veri e propri, sulle quattro aree territoriali. Il totale del budget del bando così gestito dalla Società della salute è, per 357 utenti, 4.819.627, mentre se continuato con la logica di adesso, tramite Prefettura, il costo massimo sarebbe stato 4.300.065: oltre mezzo milione in meno a carico dello Stato insomma, a che pro questo progetto quindi?».
«Non ci sono vantaggi economici, non coinvolge tutti i migranti (sono oltre 600 sul territorio provinciale), è un progetto enorme, il più grosso d’Italia al momento». Secondo chi ha inviato la mail il bando sarebbe stato ritirato perché non avrebbe trovato il consenso dei sindaci, «Comuni che fin’ora erano fuori dall’accoglienza si ritroverebbero ad avere decine di persone in appartamenti in pieno centro città». Poi fa un elenco: Follonica 61, Castiglione 40, Scarlino 20, Massa Marittima 48, Monterotondo 10, Montieri 10, Roccastrada 48, Gavorrano 45, Civitella Paganico 18, Scansano 24, Cinigiano 20, Santa Fiora 13.
«In realtà – risponde Fabrizio Boldrini direttore del Coeso – questo percorso è stato condiviso con i sindaci oltre che con Prefettura e Ministero. Si tratta non di un appalto, ma di una coprogettazione. È un progetto da 16 milioni di euro (per tre anni), a cui stiamo lavorando da oltre un anno». Il progetto, come prescrive lo Sprar, prevede nuclei più piccoli di migranti, e dovrebbe presentare alcune migliorie nell’accoglienza, specie nella rendicontazione. Adesso le singole cooperative percepiscono 32-33 euro a migrante al giorno, come pattuito con la Prefettura, ma di fatto se facciano veramente formazione, o come vengano spesi questi soldi non è mai certo. «Io credo – prosegue Boldrini riferendosi alla mail – che ci sia qualcuno che si sta preoccupando non di perdere gli appalti, ma della rendicontazione che dovranno fare su come spendono questi soldi: gli scontrini sul tipo di carne o pasta acquistata, oppure il fatto che non si potrà mettere più tre o quattro persone in un letto a castello ma in civili abitazioni». Stiamo parlando ovviamente della gestione della seconda accoglienza, non dell’emergenza.
Poi Boldrini spiega: «Affideremo le attività che sono trasversali in parte al sistema sanitario, così che quei soldi vadano alla Asl, che garantirà i servizi, a fianco ci sono le attività psicologiche o psichiatriche: faccio un esempio, le donne nigeriane si prostituiscono perché gli è stato detto che è stata fatta una macumba sulla loro famiglia».
Insomma, l’intento sembra essere quello di superare quel sistema di accoglienza che in passato ha fatto spesso indignare la gente, e andare verso un sistema più serio e soprattutto controllato, specie su dove finiscono i soldi pubblici. «La mattina questa gente studierà, ed è prevista la loro formazione (anche questa rendicontata) e il pomeriggio lavoreranno in attività pubbliche o se riusciranno a costruirsi un futuro anche nel privato, ma basta gente che va a vendere ombrelli o a lavorare nei campi a nero» La prossima riunione con i sindaci si svolgerà lunedì, per gli ultimi aggiustamenti, e la prossima settimana il bando sarà nuovamente pubblicato, «con minime modifiche rispetto alla prima versione. Chi lavora con i migranti seriamente, e sono molti anche se non tutti, in questo progetto sarà salvaguardato». Conclude Boldrini.