FOLLONICA – È stato arrestato questa mattina, dai carabinieri del Nucleo investigativo di Grosseto, e della Compagnia di Follonica, Antonio Papa, 56 anni, il padre di Raffaele Papa, reo confesso pere l’omicidio di Salvatore De Simone e i tentati omicidi del fratello Massimiliano e della farmacista Paola Martinozzi.
Durante le indagini sono emersi indizi di colpevolezza a carico anche del padre: si parla di concorso con il figlio Raffaele nella commissione dei reati di detenzione e porto in luogo pubblico della pistola con la matricola abrasa (utilizzata per commettere i delitti sopra indicati), nonché il cosiddetto «concorso “anomalo” in relazione all’omicidio e ai tentati omicidi posti in essere dal figlio – afferma il procuratore Raffaella Capasso -. Il concorso “anomalo” è un tipo di “concorso di persone nel reato” che si applica ai casi in cui il reato effettivamente commesso sia diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti, del quale tuttavia anche quest’ultimo risponde».
Le indagini, la visione delle telecamere, le testimonianze raccolte hanno fatto emergere il ruolo le responsabilità del padre «addirittura nel ruolo di istigatore», oltre al reato di detenzione e porto dell’arma clandestina presso la rosticceria, «non vi sono evidenze, invece, che tali condotte fossero state volute da Antonio Papa al fine di commettere i fatti di sangue o di minacciare. L’omicidio, secondo la ricostruzione del GIP, sarebbe stato maturato successivamente dal figlio Raffaele in totale autonomia. Dall’esame incrociato di tutti gli elementi raccolti è risultato che, a seguito della lite scoppiata fra i componenti delle famiglie, Antonio Papa aveva chiamato al telefono il figlio Raffaele, facendosi prelevare presso la rosticceria, dalla quale i due si erano poi allontanati in auto per ritornare dopo 17 minuti (come registrato dal sistema di videosorveglianza). Raffaele è ritornato armato come si vede dalle immagini delle telecamere. Solo pochi minuti, poi è uscito dalla rosticceria e ha aperto il fuoco contro Salvatore De Simone che si stava avvicinando al fratello Massimiliano, impegnato a discutere, all’esterno, con Antonio Papa». L’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale di Grosseto.