GROSSETO – La lista Gavorrano Progressista ed il suo candidato sindaco Andrea Biondi non si astengono dall’approfondire il dibattito concernente lo stoccaggio dei gessi rossi, scarto industriale proveniente dalla produzione del biossido di titanio, del quale lo stabilimento Venator (ex Tioxide) di Scarlino è l’unico produttore in Italia.
Ci proponiamo come futuri amministratori del Comune di Gavorrano, ed in quanto tali vogliamo raccogliere la sfida del governo del territorio, guidandone lo sviluppo sostenibile, sia dal punto di vista economico (prospettive occupazionali), che ambientale con la necessaria tutela del territorio, sia sociale.
È necessario affrontare tale tematica in ambito sovracomunale, pertanto il candidato a Sindaco Andrea Biondi chiede la riapertura di un tavolo territoriale per un nuovo accordo volontario che coinvolga gli stessi soggetti dell’accordo del 2004 (Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Comuni dell’area interessata più l’aggiunta di Castiglione della Pescaia, Arpat, Asl, l’azienda Venator e sindacati di categoria) affinché ogni eventuale richiesta di stoccaggio in una cava dismessa del territorio sia accompagnata obbliatoriamente dalla Valutazione di Impatto Ambientale, capace di fare chiarezza sui rischi relativi, a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, con l’iter dell’inchiesta pubblica che consente anche ai comitati ed ai cittadini di partecipare. Le conclusioni riportate nella relazione della Commissione d’inchiesta parlamentare destano preoccupazioni lecite, ed è quindi indispensabile che le Istituzioni affrontino tale tematica, nell’interesse della salute pubblica e, in subordine, dell’occupazione che deriva dal polo chimico industriale della Piana di Scarlino.
È necessario un nuovo accordo volontario per coinvolgere anche il Comune di Castiglione della Pescaia, è inoltre necessario per fare chiarezza nel reale pericolo ambientale del composto dei gessi rossi, è infine fondamentale per legare ogni possibile soluzione odierna per lo stoccaggio dei gessi rossi esaurita la ex- cava di Montioni, alla chiusura del ciclo industriale di produzione del biossido di titanio, ovvero l’eliminazione (o drastica diminuzione) del gesso rosso come scarto industriale, investendo nel suo impiego in altro ambito, punto già previsto nel primo accordo del 2004, ma senza sanzioni vincolanti per l’azienda Venator, adesso necessarie.
Il gioco del NO allo stoccaggio dei gessi rossi, utile in fase elettorale per rastrellare consensi cavalcando i legittimi timori della popolazione locale, è a nostro avviso una posizione che pecca fortemente di responsabilità e non aiuta ad affrontare la tematica in ambito sovracomunale, perché non serve assolutamente chiuderci nei confini del Comune di Gavorrano, ma al contrario è necessario condurre una riflessione territoriale che coinvolga tutti i soggetti interessati.
La politica locale ed i comitati cittadini non possono sostituirsi alla scienza ed alle Istituzioni, sentenziando il giusto e sbagliato per la salute pubblica e l’economia del territorio.