GROSSETO – «L’appello del segretario provinciale della Lega, Andrea Ulmi, in merito alla Azienda sanitaria locale del nostro territorio appare quantomeno appassionante ma, allo stesso tempo, del tutto privo di fondamento» a parlare è Gesuè Ariganello, segretario provinciale del Pd che accusa il segretario della Lega Nord Ulmi di rivendicare poltrone, piuttosto che al benessere dei pazienti.
«Nel suo ragionamento, peraltro a dir poco tendenzioso. -dice Ariganello – Ulmi parla di sistema dei servizi e di consenso politico, fornendo un’interpretazione della realtà decisamente fantasiosa. Lo stesso, infatti, dovrebbe ben sapere che la buona o cattiva gestione della sistema sanitario non è in alcun modo legata ai risultati elettorali. E ciò nell’esclusivo interesse dei pazienti. Peraltro, mi trovo costretto a denotare che un simile approccio pare nascondere un solo significato e un unico obiettivo: rivendicare “poltrone” e non di certo lavorare per offrire un servizio sempre migliore».
«La politica, quella buona, deve occuparsi di altro – prosegue il segretario Pd -evidentemente, però, tra le file della Lega si fa fatica a comprendere i limiti che la democrazia affida ai partiti. E a destare non poca preoccupazione non sono solo le parole di Ulmi, ma anche le azioni di alcuni esponenti del suo stesso partito che, avendo ruolo di primo piano in tale ambito, operano come se il confine della democrazia fosse stato spostato qualche metro più avanti per raggiungere obiettivi che, agli occhi di osservatori neanche troppo attenti, sono esclusivamente personali».
«Che i leghisti siano in forte confusione è cosa nota – conclude Ariganello – ma arrivare a spostare i limiti della democrazia è inaccettabile come, del resto, lo è il tentativo di reinterpretare a proprio modo e a propria convenienza ogni ruolo. Mi auguro, quindi, che Ulmi e i suoi colleghi di partito si fermino a riflettere e inizino a ragionare solo ed esclusivamente in funzione del bene comune, mettendo una volta per tutte da parte la voglia di accaparrarsi poltrone ad ogni costo».