GROSSETO – Rispetto alle novità sui gessi rossi e sulla la relazione parlamentare redatta dalla Commissione Ambiente del Senato della Repubblica, Andrea Biondi, candidato sindaco per la lista Gavorrano Progressista, chiede nuove analisi e nuovi approfondimenti sul materiale che viene prodotto dalla Venator di Scarlino come scarto della lavorazione per la produzione di biossido di titanio.
«Lo chiediamo – dice Biondi – perché non sia in discussione la salute pubblica del territorio di Gavorrano, essendo i principali interessati a seguito dell’individuazione delle cave della Vallina e della Bartolina come possibile destinazione dello stoccaggio dei Gessi Rossi».
«Serve chiarezza per permettere alla futura Amministrazione di affrontare tale questione con trasparenza e nella consapevolezza che se da una parte ci sono aspetti positivi che ci invitano a trovare una soluzione efficace, come la garanzia di un futuro all’industria del territorio, l’occupazione ad essa collegata e non solo, il ripristino dei siti estrattivi, dall’altra questi vantaggi non possono assolutamente prescindere dalla salute pubblica, oltre a non dover incidere sulla qualità della vita dei cittadini sui quali ricadrà la scelta del sito. Quindi, di contro, dovranno essere fornite tutte le garanzie del caso per quanto riguarda la salute pubblica, condizione senza la quale è impossibile avviare qualsiasi discussione».
«Consideriamo primario che la società Venator presenti alle Istituzioni ed ai firmatari dell’accordo volontario del 2004 e del 2015 (Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Comune di Gavorrano e limitrofi, oltre Arpat, Asl, Venator ed organizzazioni sindacali) accurati progetti di fattibilità tecnica, che spieghino nel dettaglio come si intendono risolvere: le problematiche idrogeologiche emerse in sede di dibattito pubblico; il trasporto del prodotto; interventi di mitigazione dell’impatto sui centri abitati; Il tutto dovrà essere comprovato da successiva Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.)».
«La lista Gavorrano Progressista, premesso quanto sopra, si farà comunque carico di proporre un accordo volontario fra gli stessi firmatari del 2004, teso alla chiusura del ciclo come clausola vincolante per l’azienda Venator con il controllo delle Istituzioni locali, spingendo verso un riutilizzo dei gessi rossi alternativo al conferimento in cava, prendendo ad esempio quanto accade presso altri siti industriali europei dove si produce sempre Biossido di Titanio, per la conseguente eliminazione futura del conferimento in cava».
«Questo atto è per noi doveroso per porre l’accento e particolare attenzione sulla dimensione territoriale di tale tematica che non può essere prerogativa di un solo Comune. È infatti sempre più urgente un piano che coinvolga tutti i livelli istituzionali per rilanciare l’area industriale della piana di Scarlino dal punto di vista ambientale ed anche da quello della sostenibilità produttiva e di conseguenza occupazionale».