GROSSETO – «Le ultime notizie da Bruxelles non sono rassicuranti per i settori dell’agricoltura e della pesca. La Commissione europea sta varando il prossimo bilancio pluriennale e per il settore agricolo si prevedono tagli quasi del 10%» ad annunciarlo è il senatore di Forza Italia, Roberto Berardi.
«Perdere parte dei contributi europei senza neppure avere la possibilità di farci sentire come nazione è inaccettabile – dice l’esponente di Forza Italia – non possiamo permettere che decisioni così importanti su un settore chiave per l’economia del nostro Paese, come l’agricoltura, siano calate dall’alto. In qualità di senatore di Forza Italia sono d’accordo con quanto dichiarato dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: all’Italia serve un governo autorevole per contenere i tagli che l’Unione europea ha previsto nel bilancio pluriennale per il periodo 2021-2027».
«Purtroppo anche stavolta a rimetterci – chiarisce Berardi – almeno a quanto comunicato dalla commissione, sarà – tra gli altri – il comparto agricolo, già fortemente in crisi, che ha bisogno invece di un’inversione di tendenza e di finanziamenti cospicui. Forza Italia sta dicendo a gran voce, dal 5 marzo, che l’Italia ha bisogno di un governo stabile e che sappia prendere le giuste decisioni per cambiare il futuro dell’Italia. Oggi lo ribadiamo con ancora più forza: senza un esecutivo non abbiamo nessuna carta da giocare in Europa, perdipiù in una fase così delicata come quella che si è aperta da qualche giorno».
«Il nostro Paese non può accettare senza diritto di replica che per il settore agricolo, la pesca e i fondi di coesione – utili a diminuire il divario tra Nord e Sud e quindi fondamentali per il Mezzogiorno – siano ridotti i finanziamenti nel prossimo bilancio pluriennale – conclude il senatore maremmano – il grido d’allarme lanciato dal presidente Tajani dovrebbe essere ascoltato: l’interesse nazionale va tutelato, l’Italia deve essere al tavolo di confronto europeo. Adesso basta: l’agricoltura non può essere considerata un fanalino di coda. Le imprese agricole e i piccoli agricoltori, categoria della quale faccio parte con orgoglio, hanno bisogno di risposte concrete e veloci: non possiamo più attendere».