GROSSETO – La presentazione di “Gli anni del nostro incanto” di Giuseppe Lupo, venerdì 16 marzo alle 17,30 nella sede della Fondazione, è la prima occasione culturale in cui Lucia Matergi compare come direttrice scientifica della Fondazione Luciano Bianciardi.
Un ruolo recente, a suggello del forte legame che la unisce alla Fondazione. Risale infatti al 2006 la sua partecipazione istituzionale, prima come presidente, poi come membro del CDA, in quanto vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Grosseto. Successivamente, come presidente dell’Istituto Gramsci, sono state numerose le iniziative culturali condivise con la Fondazione Bianciardi, dai cicli tematici alle varie proposte editoriali presentate insieme.
Un rafforzamento deciso della Fondazione, sotto la presidenza di Massimiliano Marcucci, tesa a portare il nome di Bianciardi nel posto che compete ai più grandi della letteratura italiana del Novecento, un lavoro intrapreso e che culminerà con le celebrazioni del centenario della nascita previste per il 2022.
“Gli anni del nostro incanto” è una storia minima dentro la grande storia, il racconto immaginato di una vita che si distende tra il miracolo economico e il presente italiano: segni equivocabili di adesione a due generi di romanzo, storico e di formazione, tra i più autorevoli nella tradizione narrativa moderna. Ma se le vicende sono ricordate ‘a forza’, come strumento clinico tentato da una figlia per far riemergere la memoria di sua madre, e se tornano a galla senza allinearsi, rimanendo sparse in attesa di un chiarimento cercato anche da chi racconta, allora si esce dai solchi narrativi consolidati per entrare in una necessità espressiva di evidente attualità, ben riconoscibile nella costruzione ondulata delle vicende e nella scrittura sapientemente librata tra il registro piano e la prosa poetica. Così la storia di una famiglia inserita nell’ottimismo della Milano anni ’60 permette a Giuseppe Lupo di rileggere i tanti topoi socioculturali, dall’emigrazione meridionale all’inizio del consumismo, dal festival di San Remo all’uomo sulla luna, senza cadere nella seriosità dello storiografo o nella facile ironia di tanta commedia all’italiana.
“Gli anni del nostro incanto” raccontano una città esemplare di un’Italia complessa e difficile, racchiusa in un?immagine spensierata solo se osservata in fretta, struggente se indagata con il senno di ciò che sarebbe inevitabilmente seguito. Incanto come incantamento, in una malia che l’autore offre al lettore insieme al suggerimento della sua fine. Giuseppe Lupo insegna letteratura italiana all’Università cattolica di Milano; romanziere e saggista, collabora alle più prestigiose testate giornalistiche.