FOLLONICA – “Notizie offensive e non vere” Commenta così, Sergio Perugini, presidente della Uisp di Grosseto, il comunicato stampa con il quale il centrodestra follonichese ha attaccato la Uisp per la gestione degli impianti sportivi nella città del Golfo.
“Intanto una precisazione, ci auguriamo definitiva – spiega – la nostra non è una gestione, bensì una custodia temporanea degli impianti per permettere al Comune di Follonica di pubblicare il bando per l’affidamento e la gestione, quella sì, dei campi. A noi è stata semplicemente chiesta una custodia temporanea per fare in modo che l’attività calcistica non si fermasse e questo negli ultimi mesi abbiamo fatto garantendo soprattutto a tanti giovanissimi di poter scendere in campo”.
“Da ciò si deduce – prosegue Perugini – che ovviamente non sono a nostro carico né il taglio dell’erba, né i lavori di manutenzione ordinaria come la riparazione degli impianti di illuminazione. Accusare la Uisp di questo non soltanto è scorretto, ma proprio fa capire che chi parla non conosce la situazione. Quanto alla chiusura del bar al Nicoletti, i problemi sono derivati da autorizzazioni comunali e non da una decisione della Uisp, che non ha alcun interesse a tener chiusa un’attività commerciale. Semplicemente è una cosa che non ci riguarda e che non dipende da noi”.
“Per la partita quasi persa del Senzuno, in attesa che ci spieghino cos’è una partita “quasi persa” – insiste il presidente Uisp – si tratta di una gara dei campionati della Uisp che, quindi, ci stanno particolarmente a cuore. Ma ancora una volta il nostro compito è di tenere aperto l’impianto quando viene svolta un’attività sportiva, cosa che facciamo utilizzando dei custodi regolarmente assunti e in regola con tutti i pagamenti: quando si parla dei soldi che riceviamo dal Comune, sarebbe anche giusto ricordare che al campo adesso lavorano tre persone, retribuite per l’opera che svolgono. Se ci sono da muovere critiche, lo facciano su cose gestite da noi. La Uisp di Grosseto si riserva di portare avanti azioni legali nei confronti di chi ha mosso le critiche, che riteniamo diffamatorie, nei nostri confronti”.