GROSSETO – «Numeri drammatici: usare le forbici su uno dei settori essenziali per il Paese senza pensare alle conseguenze che avranno, non in termini economici ma di qualità della vita, è un vero e proprio attentato alla salute dei cittadini. E sono gli italiani, quelli che negli ospedali ci lavorano e quelli che tra qualche anno potrebbero non vedersi garantito un diritto fondamentale, a rischiare di più». A parlare è Mario Lolini, candidato per il centrodestra nel collegio uninominale della Camera Toscana 14.
«Si parla di 45 milioni di euro in meno a disposizione degli ospedali toscani, strutture già ampiamente depauperate di risorse e personale a causa delle scelte scellerate di Roma che la Regione ha recepito. Continuando su questa strada in pochi anni mancheranno medici nelle corsie degli ospedali: cardiologi, pediatri, ginecologi, ortopedici. Per non parlare degli infermieri e del restante personale, da sempre sotto organico».
«Si prevede che circa 45mila medici andranno in pensione nei prossimi cinque anni: un’emorragia che lascerà senza medico di base circa 14 milioni di cittadini. La carenza di camici bianchi causata da una serie di politiche sconsiderate protratte negli anni dai governi di centrosinistra è un problema che peggiorerà ulteriormente le condizioni della sanità nazionale, già pericolosamente in difficoltà. È un problema che la politica deve affrontare subito, soprattutto considerando l’invecchiamento progressivo della popolazione che imporrà il tema dell’assistenza territoriale come prioritario».
«L’unico modo per fronteggiare questo progressivo deperimento delle aziende ospedaliere è operare un controllo concreto su come queste risorse vengono spese, centellinare sull’acquisto dei presidi, ridurre la spesa per evitare gli sprechi. Ciò non significa privare la sanità dei fondi necessari ma dare un supporto concreto nel controllo delle uscite e reinvestire nell’assunzione di personale, vera colonna portante degli ospedali. Perché non si può parlare solo di cifre, gli ospedali sono fatti di persone: uomini e donne che lavorano, persone malate che hanno diritto all’assistenza. Bloccare il turnover significa lasciare senza lavoro migliaia di giovani professionisti avendo un personale ospedaliero sempre più scarno, anziano e in difficoltà. Giovani che, con mille sacrifici, hanno già affrontato un test d’ammissione alla facoltà inutilmente complesso che si ritrovano dopo anni di studi senza un lavoro per colpa della mala amministrazione di centrosinistra».