GROSSETO – Hanno iniziato la loro attività le sette giovani maremmane selezionate da Caritas per un periodo di otto mesi di servizio civile che, fra le altre cose, si occuperanno anche del nuovo servizio di doposcuola creato nell’ambito del progetto “Famiglie solidali”.
Si tratta di Cira Battaglini, Maria Desiderato, Elisa Capolongo, Nicole Masini, Eleonora Scurti, Lisa Morazzini, Giulia, Bacchetti. Subentrano agli otto giovani che hanno concluso il loro periodo di servizio lo scorso dicembre.
Di età compresa fra i 19 e i 27 anni, le sette giovani, tutte residenti nel capoluogo maremmano, sono state selezionate fra 31 candidati, dopo il colloquio motivazionale effettuato ad ottobre.
Si tratta, come richiede il bando regionale, di giovani inoccupate, inattive o disoccupate, che nel corso del loro periodo di servizio civile percepiranno 433,80 euro mensili come contributo.
Le giovani saranno coinvolte in tutte le attività che caratterizzano il quotidiano impegno di Caritas diocesana nei riguardi dei poveri: il centro di accoglienza con il guardaroba, le docce, la mensa; il centro di ascolto; l’Emporio della solidarietà di via Pisa e con i minori accolti presso l’Istituto Santa Elisabetta di Grosseto. Peraltro, proprio la presenza dei giovani del servizio civile permette, da questo momento, a Caritas di occuparsi anche di un nuovo servizio: il doposcuola, per seguire nei compiti e nelle attività pomeridiane i bambini dello stesso Istituto Santa Elisabetta e delle famiglie accolte, attraverso il progetto “Famiglie solidali”, in via Adriatico. Inoltre, sabato saranno coinvolte nella raccolta del farmaco promossa dal Banco farmaceutico, a Grosseto come nel resto del Paese.
“Auguriamo a queste sette giovani buon servizio – commentano don Enzo Capitani e Luca Grandi, direttore e vice di Caritas – con l’auspicio, com’ è già stato per la gran parte di chi le ha precedute, che questa esperienza di contatto diretto con differenti forme di disagio e povertà, possa aiutarle a maturare ulteriormente nella consapevolezza che la dimensione comunitaria, elemento caratterizzante della presenza di Caritas e della Chiesa nel suo complesso, è lo stile senza il quale non si cresce nell’attenzione all’altro, chiunque esso sia e qualunque sia la sua storia. Accogliere la povertà dell’altro non è mai né facile, né scontato e occorre,quindi, lavorare su se stessi e sui valori che stanno al fondo della nostra idea di persona”.