GROSSETO – Al Polo Tecnologico Manetti Porciatti si studia la fisica in maniera innovativa. Si chiama “Pianeta Galileo” il progetto della Regione Toscana dedicato all’energia che ha trovato terreno fertile al Polo grossetano, coinvolgendo gli studenti delle prime classi che hanno partecipato a due incontri organizzati dal professor Alessandro Ferrari. Il primo ha visto come relatore il professore Walter Ambrosini, docente di Impianti Nucleari dell’Università di Pisa che ha effettuato una lezione su “L’energia nucleare e la sicurezza delle centrali”.
La lezione partiva delle origini storiche dell’energia nucleare da fissione, con cenni sui principi fisici che la regolano e fornendo informazioni corrette sulla radioattività, sulla sicurezza degli impianti nucleari, sui programmi energetici di vari Paesi che utilizzano l’energia nucleare (oggi il 25% dell’energia elettrica prodotta in Europa). Il secondo appuntamento ha invece avuto come relatore il professor Davide Poli, docente di Sistemi elettrici per l’energia dell’Università di Pisa che ha parlato de “L’energia di ieri, di oggi e (forse) di domani”.
La lezione trattava di una storia ragionata, a carattere estremamente divulgativo, delle fonti e degli usi dell’energia attraverso i secoli. Sono state ripercorse le tappe dell’evoluzione umana dal controllo del fuoco alla pila nucleare, sottolineando l’intreccio fra scienza e tecnica, fra le varie branche del sapere, fra metodo scientifico e mitologia, fino all’odierna sfida della sostenibilità e delle fonti rinnovabili. In particolare sono state evidenziate le varie tipologie di trasformazione tra forme diverse di energia e il concetto di vettore energetico, mostrando vari esempi storici e di attualità.
“Crediamo molto nella possibilità di relazionarci con il mondo accademico – ha commentato il dirigente scolastico, Antonella Baffetti – perché importante momento di crescita per i nostri ragazzi. La scuola deve essere un organismo permeabile e capace di fornire esperienze continue di accrescimento agli studenti. Per questa ragione, anche grazie al lavoro del professor Ferrari, ogni anno partecipiamo con entusiasmo a questo progetto.”