GROSSETO – Dovranno risarcire il danno sia alle famiglie che al Comune di Grosseto le maestre dell’Albero Azzurro condannate per maltrattamenti: Azzurra Marzocchi e Manuela Seggiani (due anni di reclusione), Berti e Mori (un anno e sei mesi). Oltre alle 35 famiglie le imputate dovranno risarcire anche il Comune di Grosseto che era parte civile nel processo.
«Giustizia è fatta – afferma l’avvocato del Comune Federica Ambrogi -. A due anni di distanza dalle intercettazioni ambientali che la Procura di Grosseto eseguì nei locali del nido d’infanzia L’Albero Azzurro, a due anni da quelle riprese video definite durante il processo dalla Pubblica accusa e dallo stesso consulente delle imputate, Romano Fabbrizzi, “un cazzotto nello stomaco”, finalmente tutte e sei le maestre e operatrici, sono state assicurate alla giustizia e vengono condannate. Le altre due, Marconcini e Tinti, avevano già patteggiato la pena».
«Oggi è stato il turno per le socie della struttura: Marzocchi, Seggiani e per le educatrici Mori e Berti che, operando al loro fianco, seguivano le direttive e l’esempio delle prime – prosegue l’avvocato Ambrogi -. Tutte condannate, dopo il processo celebrato con rito abbreviato. Riconosciuta l’aggravante del concorso “di cinque o più persone” nel reato; a nessuna è stata dunque riconosciuta l’attenuante del contributo minimale nella commissione dei reati. Riconosciute le aggravanti dell’abuso di autorità e relazioni domestiche, dell’aver commesso i fatti in danno ed in presenza di minori, nonché dell’aver agito all’interno di istituti di istruzione. Ne consegue inoltre l’interdizione dalla professione».
«Giustizia è fatta. Anche se la strada che dovranno percorrere le condannate è ancora lunga e molto, molto costosa: già adesso ammontano a circa 65 mila euro le spese legali liquidate complessivamente per la difesa nel procedimento penale delle famiglie (assistite dagli avvocati Alessandro Antichi, Federica Ambrogi, Alfredo Bragagni, Sergio Frediani, Elisabetta Teodosio, Tommaso Galletti, Roberto Burzi, Giada Isidori, Riccardo Boccini) e del Comune di Grosseto (assistito dall’avvocato Ambrogi), tutti riconosciuti soggetti lesi dall’episodio. Il giudice, Marco Mezzaluna, ha rimesso le parti dinanzi al giudice civile dove dovranno essere quantificati tutti i danni provocati ai bambini e ai loro genitori (35 famiglie), nonché i danni patrimoniali e all’immagine subiti dal Comune di Grosseto e quelli per la lesione degli scopi sociali perseguiti statutariamente dall’Ente tra i quali la tutela dell’infanzia. E’ solo l’inizio, ma chi ben comincia…». Conclude Ambrogi.