MASSA MARITTIMA – «Gli eventi di queste ultime settimane descrivono un’Amministrazione in grave difficoltà che si appella alle peggiori tecniche natatorie per non affogare e il sindaco che la rappresenta si affanna a scrivere in continuo proclami, promesse e dichiarazioni tipiche del peggior Berlusconi prima e dell’ancor peggiore Renzi di oggi». Fiorenzo Borelli, consigliere comunale dimissionario commenta così le ultime vicende politiche a Massa Marittima.
«La vicenda della ex Area Molendi, individuata alcuni mesi fa in un danno da circa 1.500.000 euro, si presenta oggi come risultato di una transazione a poco più di 1,900.000 euro e si inneggia ad un risparmio rispetto a quanto il CTU nominato dal TAR avrebbe decretato. Per chiarezza, il TAR aveva dato un tempo ben preciso per trovare un accordo tra le parti; questo non fu trovato ed il TAR ha proceduto a nominare un CTU che ha dato il proprio verdetto e a cose già definite, in attesa di sentenza le parti si accordano e sperano che il TAR accetti. A questo punto la delibera che autorizza alla transazione potrebbe essere assolutamente inutile. In questo stato di cose in cui l’unica parte lesa sono i cittadini che perderanno 1.900.000 euro di servizi, bene che vada, si inneggia alle vittorie sulle spalle degli stessi cittadini».
«Su questa situazione si è poi inserita la farsa delle dimissioni del sottoscritto; stanco di sopportare questa classe di amministratori incapaci se non di seguire ordini non certo farina del proprio sacco, invio le dimissioni da consigliere comunale per PEC, strumento di assoluto valore legale tranne che in qualche paese del terzo mondo – prosegue Borelli -. Non avendo avuto la possibilità di inserire in approvazione al consiglio comunale del 13 dicembre le mie dimissioni e la nomina del successore, si sono inventati che le dimissioni non si potevano dare per PEC ma dovevano essere in cartaceo da consegnare a mano al protocollo, firmate secondo procedure abbandonate dal mondo civile da trenta anni».
«Sul tema abbiamo interessato la Prefettura che ha confermato la possibilità di uso della PEC: ma ci si inventa che la PEC deve essere con firma digitale, castroneria di primissimo livello. Il Consiglio Comunale viene convocato per PEC senza alcuna firma digitale e quindi sono da annullare diversi consigli così convocati. A conferma della scarsa chiarezza delle loro motivazioni, la partita si chiude portando le dimissioni a mano al segretario.
«Si inneggia alla presa in carico della piscina e si scopre che la Provincia ben volentieri ha concesso in comodato una struttura deficitaria e con un mare di costi di manutenzione straordinaria da sostenere. Il Comune non ha 1 euro: si spera in qualche molto improbabile regalia della Regione e quindi si sparano promesse. Ogni anno il vicesindaco si presenta a inizio anno scolastico a promettere all’Istituto B. Lotti che la palestra palafitta verrà finita e ovviamente non ce ne sono le benché minime possibilità».
«Potrei andare avanti per pagine e pagine di esempi, mentre intanto il ragioniere capo (preparato e capace) si dimette per incompatibilità con il sindaco solo perché impegnato a fare bene il proprio dovere e non disponibile ad avallare manovre degli amministratori, il responsabile del settore 1 se ne va verso lidi più tranquilli. Quanto sopra come può essere interpretato? Se mi si consente un paragone di un mondo a me caro, mi sembra una barca che ha diverse falle nello scafo e con un capitano con l’acqua alle ascelle che si ostina a dire ai propri compagni di viaggio che tutto va bene. La nostra cittadina sta andando alla deriva». Conclude Borelli.