ARCIDOSSO – I Carabinieri della Compagnia di Pitigliano, hanno denunciato due persone, un pregiudicato e una donna residenti in Nord Italia, per frode informatica in concorso. L’articolata indagine svolta su internet, nasce dalla denuncia di un cittadino di Arcidosso, al quale era stata “prosciugata” la propria carta prepagata.
L’indagine dei Carabinieri ha così permesso di ricostruire che la coppia dedita a questo genere di reati, per impossessarsi del denaro dei poveri malcapitati, si immetteva in internet, sfruttando un server ubicato in Germania. Attraverso l’invio di e-mail apparentemente provenienti da vari istituti di credito, raccoglievano i dati necessari per operare prelievi di denaro sulle carte di credito e ricaricabili degli ignari cittadini. In particolare i Carabinieri della Tenenza di Arcidosso che hanno svolto le indagini, hanno stabilito che, oltre al tentativo di depistaggio messo in atto con tale server ubicato all’estero, i malviventi per “ripulire” il denaro, facevano transitare i soldi su più carte prepagate, prima di essere convogliato su un ultima carta di ricaricabile, che veniva utilizzata definitivamente per prelevare il contante agli sportelli automatici di banche e uffici postali.
I due sono stati quindi identificati e deferiti alla Procura della Repubblica per frode informatica.
I Carabinieri, intendono rammentare che il phishing è una tecnica illegale utilizzata dai malviventi, per venire in possesso di informazioni riservate relative come username e password, codici di accesso a sistemi informatici, codici PIN, numeri di conto corrente o delle carte di credito, con lo scopo di utilizzarle per mettere in essere azioni fraudolente. Molte volte tali azioni avvengono attraverso la ricezione di una e-mail con la quale viene richiesto, ad esempio, l’aggiornamento dei propri dati personali o della password attraverso un falso link che rimanda ad un sito internet del tutto simile a quello originale. L’inserimento delle credenziali di accesso viene immediatamente carpito dai truffatori che poi le utilizzano per accedere al sito internet originale, compiendo truffe in danno dei cittadini.