ISOLA DEL GIGLIO – «Ad Isola del Giglio i conigli muoiono strangolati dopo lenta agonia». Lo afferma la Lav che è stata ammessa come parte civile in un processo contro un uomo accusato dell’uccisione di alcuni animali «Succede da anni – continua la Lav – e finalmente è iniziato il primo processo dietro nostra denuncia».
Il coniglio selvatico era stato «catturato con un laccio metallico sull’Isola del Giglio, nell’agosto 2016. Nel corso dell’udienza, LAV, che aveva denunciato i fatti all’origine del procedimento, è stata riconosciuta parte civile. La prossima udienza del processo si terrà il 26 marzo 2019. La vicenda ha avuto origine da una denuncia depositata dall’associazione presso la Procura di Grosseto nel 2016, quando, grazie alla collaborazione avviata con gli attivisti di Vallevegan, oltre ad alcuni video che ritraevano i lacci rinvenuti, l’associazione fornì anche una mappa dell’isola del Giglio con il riferimento a 80 punti georeferenziati nei quali erano state riscontrate le micidiali trappole».
«Il riconoscimento della LAV quale parte civile nel processo intentato contro il presunto responsabile dell’uccisione di un coniglio all’isola del Giglio, rappresenta un primo importante passo avanti verso la condanna di una pratica illegale che riguarda tutta l’isola, che l’Associazione denunciante ha inoltre documentato in un VIDEO»
«Come mostrano le immagini – prosegue Lav -, l’isola è disseminata di trappole per conigli, costruite con cavi di acciaio flessibile, che vengono poi innescate nelle aree frequentate dai conigli selvatici. Quando un coniglio entra dentro una trappola si trova improvvisamente stretto dal cappio di acciaio. I suoi strenui tentativi di liberarsi non fanno altro che restringere ancora di più il nodo, fino a che l’animale non muore soffocato dal suo stesso tentativo di fuga. Questo per gli animali più “fortunati” per gli altri, che magari vengono bloccati dal laccio che si stringe attorno all’addome, la morte può giungere dopo giorni di terribile agonia».
«Atti di una tale, inaudita violenza non possono più essere tollerati – dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale animali selvatici della LAV – la nostra costituzione di parte civile al processo intentato dalla Procura di Grosseto, vuole essere un fattivo contributo per inchiodare alle sue responsabilità colui che si è macchiato di tanta crudeltà e perché il suo caso diventi un monito per tutti coloro che all’isola del Giglio, anche in questo momento, stanno facendo uso dei micidiali lacci d’acciaio».