GROSSETO – Si è riunita ieri la Giunta provinciale di Confesercenti. Alla riunione, che ha analizzato il riordino delle normative regionali sul commercio, l’andamento delle adesioni (tesseramento) e il programma legato all’unificazione delle strutture Confesercenti del sud Toscana (Etruria meridionale) era presente anche il direttore regionale Massimo Biagioni. Soddisfazione è stata espressa «per il notevole incremento delle adesioni (oltre nuovi 250 soci in entrata) nonostante le 100 cessazioni registrate nel corso dell’anno». È stato inoltre approvato il documento per la unificazione territoriale, da concludersi nel corso del mandato.
Per quanto riguarda le normative sul commercio, la giunta chiede regole più eque, è infatti in arrivo il riordino della normativa, un passo atteso, che il Consiglio regionale è chiamato a concludere probabilmente entro l’inverno. «Negli ultimi anni è spirato forte il vento delle liberalizzazioni, ma libertà di fare impresa non può significare mancanza assoluta di regole, anche perché quando ciò avviene di solito finisce per vincere solo il pesce più grosso. Il nuovo Codice regionale del commercio dovrà rilanciare la centralità della concertazione territoriale, e del confronto».
«Il commercio non può essere in balìa delle grandi superfici di vendita – prosegue Confesercenti -, la liberalizzazione assoluta del commercio intesa come mancanza di governo sui nuovi insediamenti di grandi e medie strutture non può essere accettata, vogliamo che si rispettino gli attuali limiti per le grandi superfici».
La Giunta ha poi affrontato il tema del commercio ambulante «Su area pubblica deve essere riconosciuto solo il commercio autorizzato. Regole certe anche per i distributori di carburante e per le nuove aperture, con orari da rispettare, e infine il tema delle sagre che vanno assolutamente normate con limiti certi: basta ristoranti a cielo aperto senza regole, programmazione o controllo che diventano solo concorrenza sleale per le attività del settore».
Confesercenti conclude chiedendo alla Regione di fare in fretta il nuovo codice così da non «ritrovarsi tra qualche anno a rimpiangere i borghi toscani di una volta, dove c’erano botteghe aperte e la qualità della vita non si era desertificata».