GROSSETO – “Piena solidarietà da parte della Confederazione ai castanicoltori dell’Amiata che vengono derubati dei frutti del loro lavoro e totale appoggio alla decisione dell’Associazione di Tutela che ha deciso di inoltrare una denuncia alla prefettura” Cia Grosseto e il suo presidente Enrico Rabazzi lanciano un grido di allarme a seguito delle molte segnalazioni fatte dagli associati in merito a questi gesti criminali e promettono battaglia.
“Siccità, alte temperature crollo dei mercati ed ora furti. Per l’agricoltura non vi è evidentemente pace. Non abbiamo ancora finito di calcolare i danni causati dalle bizzarrie climatiche di questo 2017 che siamo costretti a fare i conti con un altro fenomeno sempre più diffuso e preoccupante: quello dei furti di ingenti quantità di castagne in Amiata. Parliamo di quintali e non di furtarelli fatti con i sacchettini della spesa dai visitatori della domenica.
Siamo molto preoccupati – spiega il presidente Cia Grosseto – e non solo per i quantitativi di castagne che quasi tutte le sere vengono sottratti ai legittimi proprietari causando un ingente danno economico ai malcapitati, ma anche per il fatto che, da quanto abbiamo potuto ricostruire e capire, si tratterebbe di vere e proprie bande di malviventi organizzate e strutturate, prive di scrupoli, determinate a portare a termine il lavoro, munite di auto e furgoni con le quali si dileguano velocemente.
Sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo – precisa immediatamente Rabazzi – trattarsi di stranieri che con destrezza e velocità entrano nelle zone recintate, più spesso approfittando del buio notturno, fanno razzia di questi frutti invernali e poi fuggono con i mezzi a disposizione . Gente del mestiere dunque, pronta a tutto e che per tale motivo incute timore, creando disagio e un senso di insicurezza per chi vive nella zona. Ma questo purtroppo è solo una parte della nostra denuncia perché crediamo che questi malviventi abbiano dei complici tra chi poi acquista il bottino, lo paga a prezzi più bassi e le rimette sul mercato sotto varie forme.
Ricordiamo che le castagne devono essere tracciate, impossibile dunque pensare che una perplessità non nasca dinanzi a ingenti quantitativi forniti da persone che non sono produttori. Da qui il dubbio, legittimo a dir nostro, che si tratti di vere e proprie organizzazioni criminali con complici locali. I nostri agricoltori non ce la fanno più: dopo gli anni caratterizzati dal cinipide del castagno, con importanti ricadute economiche negative per i produttori e per l’indotto; dopo le gelate e la siccità, ora vengo anche derubati da mesi di sacrifici e duro lavoro. Un fenomeno sempre più diffuso – continua il presidente – che va a colpire il già misero reddito di questi agricoltori e che aumenta il senso di insicurezza e paura che si inizia a respirare nella zona. Per tutti questi motivi chiediamo con forza aiuto alle autorità , chiediamo un segnale deciso sia nei confronti di chi commette il furto ma anche nei confronti dei complici e di acquista le castagne. Non è nostra intenzione puntare il dito contro qualcuno ma la realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti. Non intervenire- conclude Rabazzi – pensando che si tratti di piccoli e irrilevanti furtarelli significa non solo intaccare il misero guadagno degli imprenditori agricoli , ma sottovalutare un giro malavitoso che potrebbe sfociare anche in un problema di sicurezza locale”