GROSSETO – Bruno Falzea è esasperato. Non è la prima volta che compie un gesto estremo. Qualche mese fa credeva che tutto fosse risolto e invece niente. E così è tornato ad incatenarsi davanti alle porte del Comune di Grosseto con un cartello “Per colpa del Comune di Grosseto dal 1994 mi trovo ostaggio della mala giustizia italiana: 23 anni di vita rubata”.
«Falzea – come sottolinea il suo avvocato, Caterina Argese – ha deciso di astenersi con effetto immediato dal mangiare e dal bere e che interromperà subito l’assunzione dei farmaci salvavita fino a che il sindaco di Grosseto in persona non lo incontrerà e non esaminerà in prima persona la sua vicenda».
«Falzea – ricorda l’avvocato – ha tentato di acquistare un immobile in edilizia agevolata da una società (oggi fallita) che aveva stipulato una convenzione col Comune di Grosseto.
Dopo 23 anni in cui ha dovuto intraprendere numerosi procedimenti giudiziari per vedere riconosciuti i propri diritti, ha presentato un’istanza ex L. 241/90 con la quale ha chiesto formalmente al Comune di Grosseto di revocare la convenzione stipulata nel settembre 1991 con l’impresa costruttrice, al fine di svincolarsi dalla curatela fallimentare. Dopo una serie di incontri in cui il Comune aveva preso impegno a risolvere la convenzione, la questione è passata all’ufficio legale e si è arenata, con chiusura definitiva delle trattative.