GROSSETO – “Nei giorni scorsi il gruppo Regionale dei 5 Stelle è intervenuto pubblicamente, anche con una interrogazione, sull’appalto per servizi di comunicazione che la Regione Toscana ha assegnato alla Ouverture Service srl. Con ogni evidenza , per il suo contenuto, avete immaginato di trovarvi di fronte a una vicenda oscura, figlia di rapporti indicibili , di favore, se non proprio moralmente discutibili. In realtà, non conoscendo il contesto né i contenuti di quello di cui parlate , tantomeno i soggetti coinvolti, utilizzando chissà quali fonti d’informazione, in poche righe riuscite a mettere insieme un’ inaudita quantità di inesattezze e strafalcioni. La Regione Toscana ha già replicato in maniera ineccepibile. Da parte nostra abbiamo deciso di non stare in silenzio, non fosse altro che per ristabilire un po’ di verità”.
A scriverlo è in una nota è la Ouverture Service srl, che poi argomenta il suo punto di vista. “L’appalto in questione – prosegue la nota – è stato assegnato a seguito di un lungo contenzioso tra la Ouverture service e la RT risolto a nostro favore dal Consiglio di Stato nella primavera scorsa. (In precedenza la RT aveva assegnata la gara ad altra azienda) Come potrebbe l’operazione essere frutto, come insinuate, di un qualche rapporto di privilegio se l’assegnazione è avvenuta in esecuzione di una sentenza? Prima ancora che infondata, inopportuna e priva di senso l’ insinuazione è completamente stupida.
Tanto per spargere un po’ di dubbi morali citate una vecchia vicenda penale a carico dell’amministratore di Ouverture Service ma dicendo cose false:quella vicenda si chiuse non con la pena sospesa, come dichiarate, ma con la piena assoluzione e l’annullamento della procedura.
Sul fatto che l’amministratore di Ouverture service possa vantare una esperienza di sindaco di Follonica e questo sia segnalato come una colpa vorremmo stendere un velo pietoso ed evitare ogni commento. L’esperienza amministrativa risale ad oltre venti anni fa dopodiché non ha più aderito ad alcun movimento o partito dedicandosi ad una nuova esperienza lavorativa. Ogni commento a giustificare questo potrebbe infatti offendere chi ci legge. Non siete proprio voi contrari alla politica come professione ?
Quando per sostenere un intento denigratorio si usano dati impropri o falsi, quell’azione si chiama calunnia se non proprio diffamazione. Per questo, a difesa della nostra reputazione e moralità non possiamo fare a meno di verificare gli estremi di una denuncia per veder ripristinare ragione e verità”.