GROSSETO – «Il 10 febbraio la giunta Vivarelli “rivoluzionava” le tariffe dei servizi educativi 2017/2018! “Rivoluzione” che, se da una parte prevede la “cancellazione dell’adeguamento della tariffa, in automatico, al costo della vita sui servizi offerti”, dall’altra, invece, porta la tariffa massima per ogni pasto da 6,75 a 7,00 euro. Sette euro, una cifra esorbitante, tra le più alte italiane ad oggi rilevate». A parlare sono i consiglieri del Movimento 5 Stelle Daniela Lembo, Antonella Pisani, Francesca Amore, Gianluigi Perruzza.
«Per fare un paragone, a parità di Isee, il Comune di Trieste offre ad oggi un pasto agli studenti per 4,63 euro, il Comune di Milano per 680 euro/anno (circa 4,50 euro a pasto), Firenze per 4,80 euro, Roma per 80 euro/mese, ovvero 4 euro a pasto. Questo nuovo aumento sulla tariffa ci risulta poco comprensibile, in quanto, per volontà della Giunta, il costo reale di un pasto agli studenti sarebbe sceso, ad oggi, dai vecchi 6,24 euro a 5,50 euro. L’appalto è difatti stato vinto dall’unica ditta che ha presentato l’offerta: la CAMST, la quale si è aggiudicata l’appalto, senza ribassi sul prezzo base d’asta, per 5,50 euro + IVA (4%)».
«Se la matematica non è un’opinione – precisano i pentastellati – ogni pasto costerà al Comune di Grosseto 5,72 euro, cifra che comprende, oltre al costo del prodotto cucinato, anche il trasporto, la distribuzione ed il costo delle stoviglie.
Le domande da fare al Comune a questo punto sono molteplici e sono le seguenti:
• perché, se un pasto (cucinato, trasportato e servito) costerà al Comune 5,72 euro, questa amministrazione guidata dal sindaco Vivarelli farà pagare quote pari a 6,00/6,50/7,00 euro alle famiglie che usufruiranno del servizio di refezione?
• A cosa serve il valore eccedente ricavato: a sostenere anche i costi di chi paga cifre inferiori?
• Se così fosse, perché far ricadere solo su una minoranza di famiglie il costo sociale di un servizio che viceversa dovrebbe ricadere sulla collettività tutta?».
«Ci facciamo anche una domanda ulteriore: la Camst, prima del nuovo Bando, offriva un servizio al Comune per euro 6,20 incluso IVA a pasto (cifra che probabilmente, con i vari adeguamenti, sarà ulteriormente lievitata nel corso degli anni). Da ottobre invece, la stessa Camst, offrirà un servizio al Comune per il corrispettivo di 5,72 euro incluso IVA a pasto. Ci chiediamo allora: nel corso dei passati 5 anni, la Ditta Camst avrà extra-guadagnato sul servizio offerto, oppure, con la riduzione ad oggi del costo del servizio, ci possiamo aspettare una riduzione conseguente della qualità dei pasti somministrati?».
«Una cosa è chiara, l’amministrazione Vivarelli, sotto molti aspetti, prosegue gli indirizzi e le finalità del governo passato, dimostrando più volte con i fatti, una continuità di intenti ma anche di servizi. Vigileremo da oggi sulla qualità del prodotto offerto ai bambini, partendo con l’esaminare le schede delle derrate alimentari proposte in sede di bando. Rimane ancora da capire chi invece rivestirà il ruolo ufficiale di controllore di qualità, dopo che il Comune, in modo del tutto irresponsabile, ha rinunciato a tale onere». Conclude M5S.