GROSSETO – Il latte di soia non esiste, come non esiste quello di riso, di cocco o di mandorle. Il latte è solo quello animale, le altre sono semplicemente bevande a base di prodotti vegetali. A sancirlo è stata la Corte di giustizia europea che ha riportato ordine nella materia. Naturalmente questo ha sollevato un coro di consensi da parte degli allevatori.
“Con una tale sentenza – spiega il presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi – la Corte ha chiarito che termini come “latte”, “panna”, “burro” e “formaggio” non potranno assolutamente essere associati a prodotti vegetali quali la soia o il riso, ma soltanto a prodotti animali, visto che la frase “latte e suoi derivati” potrà essere utilizzata solamente per prodotti che derivino in maniera esclusiva dalla mungitura. Plaudiamo a questa sentenza che finalmente fornisce risposte, quelle che abbiamo chiesto da molto tempo ed è valorizzante per i prodotti locali.”
“Inoltre, eccetto in pochissimi casi – continua Tocchi – tale normativa riserva le denominazioni come “crema di latte o panna”, “burro”, “formaggio” e “yogurt”, unicamente ai prodotti lattiero caseari, vale a dire al latte. Nel nostro territorio abbiamo importanti realtà e consorzi, primo fra tutti il “Latte Maremma”, che vedranno ancora di più tutelate, come è giusto che sia, le produzioni e al contempo il consumatore sarà finalmente consapevole di ciò che acquista e mangia.”
Infatti, nella commercializzazione di alimenti vi è spesso un richiamo in maniera impropria a prodotti sinonimo di qualità, genuinità e provenienza controllata. Alimenti che sono denominati in maniera scorretta perché non contengono caratteristiche nutrizionali proprie del latte o dei formaggi di origine animale.
“Dopo questa sentenza – conclude Tocchi – ci aspettiamo altre azioni da parte dell’Europa a tutela della tipicità delle produzioni di cui siamo gelosi custodi.”