di Barbara Farnetani
GROSSETO – Duemila chilometri per andare a cena fuori. Sono quelli percorsi da Giuseppe Orfino e Lorenzo Carresi per selezionare i 30 ristoranti (più quattro) che compongono la guida “Trenta trattorie per trentenni”. La guida, godibile e di facile consultazione, per classificare i locali scelti prende in considerazioni anche aspetti insoliti quale lo stato della toilette, se il ristorante accetta animali o se è adatto ai vegetariani, e ancora l’accoglienza offerta dai titolari o se è previsto il parcheggio. 30 ristoranti, dicevamo, selezionati in tre anni di lavoro su una rosa di oltre 200, seguendo le segnalazioni di amici e conoscenti o i consigli offerti da internet e dai social network. Delusioni cocenti ma anche scoperte sorprendenti. Ristoranti più belli che buoni, e trattorie ruspanti che offrono cucina sopraffina. Da tutto questo hellzapoppin’ di gusti, sapori e odori, è nata questa guida compatta degli stessi autori di ‘Vini di Maremma’.
“Abbiamo collezionato conferme storiche e smentite dolorose, – spiega Giuseppe Orfino – e alla fine il risultato è questa piccola guida, giocosa e volutamente incompleta. Provvisoria, sicuramente, perché è un reale work in progress. Ma ‘Trenta trattorie per trentenni’ è soprattutto una guida autentica: i ristoranti sono stati selezionati senza secondi fini e il rimanere sempre in incognito ci ha permesso di fotografare la realtà del locale in una sera qualsiasi. Il nostro primo intento è stato quello di condividere tutta questa grande esperienza collezionata con i nostri coetanei perché è proprio verso i trent’anni che ci si avvicina al mondo del mangiare bene: è quella l’età in cui si abbandona la pizzeria ed il fast-food e si intraprende una ricerca personale all’interno della grande cultura culinaria italiana. È allora che s’inizia a sviluppare un certo gusto per la buona tavola, dedicando tempo alla scoperta di nuovi ristoranti.”
“Da quando mangiare non è più un’esigenza o una necessità per sopravvivere, – spiega Lorenzo Carresi – al concetto del nutrirsi si è sostituito quello di mangiar bene. In questa nuova filosofia non rientra solo la qualità dei prodotti consumati, ma anche il piacere di allenare un gusto sempre più raffinato, il godere di un ambiente e di una compagnia gradevole. La Maremma e l’Amiata stanno scoprendo quanto della loro ricchezza e del loro valore venga da ciò che di più antico possiedono: la terra e la cucina. Un po’ com’è già successo per il vino, il nostro territorio ha aperto le porte a esperienze culinarie molto eterogenee, lasciando spesso la libertà di sperimentare e osare. Il risultato è una proposta gastronomica varia e particolare che associa e spesso contamina la modernità con la tradizione” (nella foto i due autori Giuseppe Orfino e Lorenzo Carresi).
Una grafica semplice e piacevole, un formato comodo, da borsetta, ma anche da cruscotto dell’auto, per tutti coloro che, la sera, usciti dal lavoro, non sanno mai se mangeranno a casa e hanno bisogno di un vademecum essenziale che offra soluzioni per ogni angolo della nostra provincia. E per concludere una guida nella guida: il meglio di tutto. Una lista di quanto c’è di più buono in Maremma e di dove trovarlo. Il miglior caffè e i cupcake più soffici, la pizza al taglio più gustosa e le acciughe al pesto, i bomboloni più ricchi e il miglior panino di mezzanotte. Sei pagine e 30 hit che abbracciano tutto, bevande e cibo, stuzzichini e dolci. E siccome questa guida può (anzi lo speriamo) varcare i confini provinciali e magari finire in mano a qualche turista che non è detto conosca i piatti della nostra tradizione culinaria, i due autori hanno aggiunto una specie di dizionario essenziale della cucina nostrana per spiegare a tutti cosa siano l’acquacotta o gli gnudi, la scottiglia, il buglione o i pici. Un libro completo di tutto dunque, al lettore un unico compito: lasciarsi trasportare dal gusto.
(per ingrandire le foto cliccare sulle immagini)
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