GROSSETO – «Più ombre che luci nel panorama economico grossetano». Così la commissione lavoro del Psi di Grosseto parla della situazione in Maremma. «A fronte di notizie positive, seppure da prendere con cautela, riguardo alla vertenza Unicoop Tirreno, non si può non essere preoccupati di fronte all’allarme lanciato giorni or sono dal neoeletto presidente della Cna Riccardo Breda sullo stato del comparto artigiano locale. Lo stesso si può dire dello stato di incertezza in cui versa il personale della provincia e le ricadute sui servizi che la stessa è chiamata ad assicurare, in primis scuole e viabilità».
«La vertenza della Coop è arrivata, dopo un lungo periodo di trattative, ad una intesa che scongiura quello che era il problema di maggior impatto sociale – prosegue la nota -: i quasi 500 licenziamenti annunciati nel piano industriale sono rientrati e questo fa tirare un grosso sospiro di sollievo, anche se i lavoratori dovranno accollarsi un periodo di sacrifici non indifferente. L’accordo tra azienda e sindacati, a fronte del ritiro dei licenziamenti, prevede cassa integrazione e contratti di solidarietà che incideranno sulla retribuzione dei lavoratori interessati, oltre a modifiche all’ accordo integrativo aziendale; resta poi da vedere il futuro di alcuni negozi».
«Ciò nonostante il PSI ritiene positiva la conclusione della vertenza, che proprio in questi giorni è all’esame delle assemblee dei lavoratori – prosegue il partito socialista -, perché oltre a scongiurare i licenziamenti, che non sarebbero stati riassorbiti dalla nostra asfittica economia locale, pone le basi per una inversione di tendenza e una ripresa di un’azienda storica del nostro territorio. Sul fronte dell’artigianato, che è un comparto importante del nostro tessuto produttivo, purtroppo le notizie continuano ad essere negative. E’ proseguita, per il quinto anno consecutivo l’emorragia di imprese artigiane il cui numero dal 2013 è diminuito di oltre 250 unità mentre per il prossimo anno non si intravedono segnali in controtendenza».
«In questo settore pesa molto la perdurante crisi delle costruzioni, che per anni è stato il settore prevalente, mentre un altro indicatore negativo riguarda il credito che registra una diminuzione dei prestiti erogati alle aziende. Senza un ripresa di consumi delle famiglie e degli investimenti pubblici la situazione è destinata a non modificarsi, e tale resterà fino a che la politica economica continuerà ad essere restrittiva: l’austerity non risolve i problemi. Un ultimo aspetto da evidenziare riguarda l’attività della Provincia, che il referendum del 4 dicembre scorso non ha abolito».
«Oltre al problema che riguarda il futuro del lavoratori, che vedono a rischio le loro retribuzioni, la mancanza di risorse e il vuoto decisionale che è seguito al referendum ha paralizzato le attività dell’ente che non è più in grado di svolgere i propri compiti. Neanche i più importanti, quali la manutenzione dei plessi scolastici, 27 dei quali su 32 complessivi hanno ricevuto la diffida dell’ASL, la funzionalità della polizia provinciale, l’attività della protezione civile, per non citare le centinaia di chilometri di strade provinciali senza i requisiti minimi di sicurezza». Sottolinea il Psi.
«Occorre uno scatto, da parte degli attori economici ed istituzionali locali, per invertire questa tendenza che relega l’economia locale in un circolo vizioso di stagnazione e un forte interessamento della Regione Toscana per individuare gli interventi da mettere in atto. In questi ultimi giorni abbiamo appreso dalla stampa che ci sarebbe un’offerta per rilevare la ex Mabro. La cautela in questi casi è d’obbligo, viste anche le vicissitudini che ha attraversato quest’azienda, tuttavia, se la notizia dovesse avere conferme, va accolta positivamente, anche se conclude – il giudizio si potrà dare solo dopo aver visto il piano industriale che presenteranno i nuovi acquirenti».