GROSSETO – «Dopo oltre due mesi dall’intervento dell’Amministrazione Vivarelli Colonna volto a eliminare lo sperpero di denaro di tutti i cittadini a beneficio di pochi, il PD si sveglia e presenta una mozione sui pozzi». Inizia così la nota della Lega Nord, firmata da Mario Lolini, capogruppo in consiglio, e da Andrea Ulmi, consigliere del Carroccio.
«Azione sospettosamente tardiva, che lascia pensare che forse anche nel PD si erano resi conto che si stava facendo semplicemente quanto andava fatto (e quanto la precedente amministrazione non aveva mai avuto il coraggio di fare, continuando a perpetrare un danno all’Ente e quindi alla collettività), salvo poi oggi, nel tentativo populista di cavalcare il malumore serpeggiante, politicizzato e diffuso da quanti in città di tale danno continuavo a usufruire, presentarsi con un atto consiliare».
«Ma non è tutto: l’idea che emerge dalla mozione, ovvero di un censimento dei fruitori, è vecchia, è una via già percorsa, senza risultati, che è oltretutto già costata soldi e risorse umane (assunte all’epoca quasi ad hoc) all’Amministrazione, quindi ancora una volta alle tasche di tutti i cittadini, e non ha portato ad alcun risultato».
«Una sinistra che quindi come sempre attacca chi ha fatto le scelte doverose che la loro amministrazione non ha avuto la capacità e la volontà di compiere, una sinistra che si fa populista nel momento in cui si trova all’opposizione, dopo aver dimenticato che per anno ha fatto pagare a tutti un privilegio di pochi».
«E poi si smetta di dire che il verde pubblico ne risentirà: il Comune ovviamente mantiene aperti i pozzi che sono veramente al servizio della collettività, le aree pubbliche che subiscono un ingiallimento sono quelle dove non è mai stato presente un pozzo irriguo e che vengono mantenute vive tramite altre modalità».
«Per venire incontro alle necessità del verde privato, l’Amministrazione si è resa parte diligente, visto l’incalzare della stagione calda, nel rispetto della legge, di dare l’acqua contestualmente alla semplice presa in carico di responsabilità del pozzo di interesse privato, fermo restando che, laddove venisse meno quell’interesse per motivi antieconomici o di altro genere,il pozzo verrebbe chiuso con una semplice comunicazione del privato. Vergognoso anche l’attacco all’assessore Megale in riferimento all’interrogazione che fece quando, insieme a noi, era consigliere della Lista Lolini».
«In primis, una interrogazione è un atto doveroso che un eletto fa in nome dei cittadini, nello specifico una domanda di chiarimento sulla base di una convenzione vecchia di decenni, in cui, in merito a Verde Maremma, l’oggi Assessore Megale chiedeva lumi in merito alla gratuità dell’acqua dei pozzi la cui fornitura era garantita nella convenzione stessa. Si interroga per capire la posizione dell’Ente: se così non fosse stato, si sarebbe fatta una mozione, o prima o dopo, cioè la richiesta di una azione, non di una mera risposta esplicatrice».
«Sopratutto, presupposto peraltro che le competenze ad oggi sono ulteriormente cambiate divenendo di carattere regionale, oltre all’interrogazione, bisognerebbe che si tenesse a mente anche la risposta della giunta Bonifazi: “ho accertato, tramite gli uffici preposti, che la convenzione da lei richiamata riguarda le opere di urbanizzazione e le loro caratteristiche tecniche, non certo la fornitura di acqua.”».
«Mascagni, e il PD, facciano pace con sé stessi e la loro incapacità di governo. Per chiarezza, Riccardo Megale, che allora domandava, oggi agisce a tutela della legalità e della collettività ; la sinistra che allora agiva in un verso, oggi richiede una azione nel verso diametralmente opposto, sbugiardando le sue stesse posizioni. Strumentali richieste di coerenza, evidentemente, vanno come sempre rivolta in casa PD.»