ORBETELLO – La Zona socio-sanitaria Colline dell’Albegna comprende i comuni di Pitigliano, Sorano, Manciano, Magliano in Toscana, Capalbio, Orbetello, Monte Argentario e Isola del Giglio, per un totale di poco meno di 52 mila abitanti. Popolazione che triplica nei mesi estivi per la forte affluenza di turisti lungo la costa. In questa zona si trova un presidio ospedaliero, denominato Colline dell’Albegna, composto di due stabilimenti, l’ospedale San Giovanni di Dio di Orbetello e il Petruccioli di Pitigliano.
Questa mattina, a Orbetello (al Palazzo del Frontone), si è tenuto il terzo appuntamento dei quattro programmati in provincia di Grosseto all’interno del programma aziendale “Tessere i Territori”: 13 incontri della Direzione aziendale nelle zone socio-sanitarie della Asl sud est, per “ascoltare” dai professionisti l’analisi dei bisogni in ogni zona e confrontarli con la domanda di assistenza dei cittadini, in vista della redazione dei Piani integrati di salute.
Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con la seduta dell’Articolazione zonale della Conferenza dei sindaci, in contemporanea ai lavori dei tavoli tematici, che hanno coinvolto i professionisti dell’Azienda e la rete dei medici di base. Si è parlato di vulnerabilità sociale e di risposte assistenziali, di nuove tecnologie e di nuovi modelli organizzativi a sostegno delle reti cliniche integrate e dei percorsi diagnosico-terapeutici assistenziali.
Cosa è emerso dalle relazioni degli esperti
Anche nell’area delle Colline dell’Albegna l’analisi epidemiologica presentata oggi e basata su dati confrontati con la Asl sud est e la Toscana, rileva alcune criticità che accomunano gran parte della provincia di Grosseto: speranza di vita alla nascita più bassa della media aziendale e regionale, bassa densità abitativa (40 abitanti/Kmq, contro i 72 della Asl e i 163 della Toscana), basso tasso di natalità (6.25/1000, contro 7.2/1000 della Asl). Un dato che, invece, distingue le Colline dell’Albegna è la bassa percentuale di stranieri residenti, 82 ogni 1000 abitanti contro i 106 della Asl e della Toscana.
Anche nei cosiddetti “determinanti dei determinanti” di salute, compare il dato negativo del reddito imponibile medio più basso a confronto con quello del territorio aziendale e regionale, così come è più alto tasso di disoccupazione. Questo ha creato un alto indice di vulnerabilità sociale che comporta una maggiore richiesta di servizi.
Per quanto riguarda la mortalità, secondo i dati Istat 2011-2013 confrontati con quelli della Asl e della Toscana, nel sud della provincia gli uomini muoiono di più per infarto del miocardio e in generale per le patologie cardiovascolari; leggermente più alta anche la mortalità per tumore (anche in questo caso più alta nei maschi). Occorre precisare, comunque, che questi dati hanno un trend in miglioramento con percentuali in discesa. Alta mortalità anche per le malattie dell’apparato digerente e urogenitale, più alto della media il dato delle morti per cause accidentali, su cui indubbiamente influisce il sistema viario e l’indice infrastrutturale.
La risposta sanitaria
Alcune delle criticità rilevate nella zona delle Colline dell’Albegna, hanno risposta nel lavoro che la Direzione aziendale sta portando avanti in tutto il territorio, a partire dalla rete dell’emergenza, all’ottimizzazione delle reti tempo-dipendenti (interventi per infarto, ictus, ecc), la sempre maggiore integrazione tra l’assistenza ospedaliera e territoriale, il potenziamento della risposta, di soccorso e ospedaliera, ai traumi.
Il dato della vulnerabilità sociale, oggetto anche di uno dei tavoli tematici di approfondimento, richiede viceversa una nuova organizzazione dei servizi territoriali, secondo lo schema delle reti cliniche integrate, su cui l’Azienda sta investendo in risorse umane ed economiche. In un territorio piccolo per numero di abitanti, ma molto vasto per superficie, il supporto viene offerto dalla nuove tecnologie, come la telemedicina e il teleconsulto, che avvicinano professionisti e prestazioni ai cittadini, nonché dalle nuove reti tra professionisti. L’obiettivo è garantire pari opportunità di accesso ai cittadini a prescindere dal luogo in cui sono residenti.
L’Azienda intende puntare anche sui percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali personalizzati a supporto della nuova organizzazione, in collaborazione con i medici di famiglia e con le Aft.
Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, entrambi i presidi sono stati oggetto di interventi organizzativi per renderli più funzionali alla domanda, nell’ottica della rete tra strutture provinciali e aziendali. Al “Petruccioli”, peraltro centro di eccellenza regionale per la Medicina integrata, è stata, inoltre, completata la pianta organica con le nomine delle figure di vertice, per dare continuità e stabilità all’assistenza.
Anche all’ospedale di Orbetello sono stati confermati i direttori delle unità operative, portando a compimento il quadro delle nomine previste dall’organigramma aziendale, è stato dato seguito ai programmi per il potenziamento dell’attività chirurgica – ginecologica e, a breve, anche oculistica per interventi a bassa complessità – e riorganizzata l’attività della Pediatria.