FOLLONICA – Eleonora Baldi (nella foto) lascia Facebook. «Volevo informare i frequentatori di Facebook e non che ho deciso di uscire dal network». Così il sindaco di Follonica che parla di «troppa aggressività e cattiveria» nelle conversazioni “digitali” tra gli utenti della rete, atteggiamenti che la prima cittadina del Golfo «non è più in grado di sopportare».
«Mai ho commentato le conversazioni – dice la Baldi –, anzi spesso ho utilizzato queste riflessioni come indicazioni per cercare correzioni ed integrazioni nelle azioni di governo. Oggi non posso più leggere commenti che provengono da esponenti politici locali o da “personaggi in cerca di autore” che hanno il solo sapore dell’infamia, per di più ispirata con conoscenza storico-politica dei fatti: non ci sto e non accetto neppure che i lavoratori di Scarlino Energia o quelli dei Villaggi follonichesi tendano a confondere la verità con l’accanimento della sindaca».
«Voglio ripetere – osserva il sindaco – che il dovere dell’amministrazione, nella chiarezza del programma di governo, è garantire la salute dei cittadini, l’efficienza delle aziende, l’attivazione dell’economia: Follonica chiede lavoro e gestione rifiuti, a garanzia di un concetto di salute più completo, che garantisca tutti. E mi domando perché colpire il sindaco che chiede impianti seri e coerenti con la salute di persone e ambiente».
«Ho preso un impegno politico – aggiunge – di fronte a testimoni: definire con tutti gli strumenti disponibili il ricorso al Consiglio di Stato e rispettare le nuove istanze autorizzative, purché rispettose di procedure e atti inappuntabili. E anche favorire tempi rapidi laddove non si pregiudichino sostanza e regolarità. Abbiamo chiesto anche altro, e cioè che ci venissero date risposte rispetto a nuovi impianti (di conseguenza nuovo lavoro) che cambino la filosofia della gestione rifiuti. Noi i nostri impegni li stiamo rispettando ma sembra che dovremo aspettare il 2025 per integrare il nostro Piano provinciale rifiuti».
«Ai vari ambientalisti – conclude – che lanciano slogan e definizioni nelle loro oziose dichiarazioni quotidiane, vorrei ricordare che hanno sposato di volta in volta sponsor politici più o meno grati: conosco bene molti di loro, ne conosco “l’annedottistica”, gli incarichi, gli equivoci morali da cui sono affetti, li conosco così bene anche per quello che non sono mai riusciti a fare: lascio a loro l’onere di fare cose e vedere gente, noi dobbiamo lavorare».