GROSSETO – Prosegue, dal 26 aprile al 25 maggio, lo sciopero straordinario dei lavoratori delle Poste PCL (Posta-Corrispondenza e Logistica) e MP (Mercati Privati): i lavoratori, nell’orario previsto, chiuderanno gli sportelli senza più fare straordinari.
«Nel 2017 si riproporrà il problema dell’ipotesi chiusura e razionalizzazione degli uffici Postali nella provincia di Grosseto, e la prospettiva del recapito a giorni alterni incombe su 23 comuni grossetani regolati dalla delibera Agcom e su tre comuni zone alterne non regolate, tra cui proprio il Comune di Grosseto». Afferma Graziano Benedetti segreteria generale SLC CGIL Grosseto.
«Il rischio di avere un impatto negativo nei confronti delle comunità locali e del territorio Grossetano con un peggioramento della qualità del servizio di recapito universale risulta evidente e nonostante lo sciopero generale del 4 novembre 2016 l’Azienda ad oggi non ha ritirato lo scellerato progetto di portare la posta a giorni alterni. In particolare come SLC/CGIL di Grosseto intendiamo denunciare: la carenza di organico alla situazione attuale in tutti e due i settori , mancano Postini e mancano sportellisti, e la graduatoria di mobilità Regionale in entrata è bloccata – afferma la Cgil -. L’uso sproporzionato della trasferta per gli sportellisti e la flessibilità operativa per i portalettere sono diventati strumenti di lavoro giornalieri, con picchi ormai insostenibili».
«Mancano gli strumenti di lavoro e dei ventilati investimenti previsti dall’azienda per l’ammodernamento delle sedi di lavoro non si è visto un euro. Quindi in prospettiva imminente il “postino nella provincia di Grosseto, non suonerà più due volte”, ma un giorno si e uno no… se non c’è un giorno festivo infrasettimanale, altrimenti la posta la si vede la settimana successiva».
«Come organizzazioni sindacali in modo unitario (cinque sigle senza la UILPOSTE) – precisa benedetti -, su PCL e da soli come SLC CGIL su MP Uffici Postali iniziamo uno sciopero delle prestazioni aggiuntive per cercare una soluzione alla situazione di lento declino del servizio di recapito , per bloccare la privatizzazione, e per mantenere la rete degli uffici postali ma l’Azienda non risponde e quindi siamo costretti nostro malgrado a recare disagio alla cittadinanza , per far cambiare a Poste Italiane il piano industriale per la nostra provincia, fatto di chiusure di uffici e di tagli sul personale al recapito con un rischi evidenti di peggioramento della qualità del servizio erogato. Ci battiamo contro una logica legata al profitto che compromette la socialità del servizio e l’unicità aziendale».