GROSSETO – In occasione del consiglio comunale, il Gruppo PD – Area riformista ha votato contro le politiche tributare dell’amministrazione Casamenti. «Il nostro non è stato un no aprioristico – spiegano i consiglieri comunali di opposizione -. A farci esprimere voto contrario è stata la volontà palese dell’amministrazione di non dare seguito ad alcuna iniziativa finalizzata a ridurre la pressione fiscale, a fornire agevolazioni ai cittadini, in particolare a coloro che si trovano in situazioni di disagio».
«Il sindaco e la sua giunta, dunque, nonostante i preoccupanti dati in merito alla soglia di povertà, hanno deciso di voltare lo sguardo dall’altra parte, senza neanche tentare di sostenere i cittadini né, tanto meno, le attività».
«Dichiarare di non avere alzato le tasse non basta, sindaco, soprattutto perché è la legge, peraltro risalente al governo Renzi, ad imporglielo. Ciò ad esclusione della TARI che, invece, deve essere coperta per intero dalle tasse e, quindi, non incide in alcun modo sulle risorse dell’ente. Una cosa è certa: i tagli potevano essere fatti. Nei cinque anni di amministrazione Paffetti le tasse sono state abbassate, perché adesso quel trend si è improvvisamente arrestato? Certo, un punto di addizionale IRPEF corrisponde a circa 120.000 euro, più o meno quanto si è speso per le luci di Natale. Chissà, magari facendo a meno di qualche fenicottero illuminato che è costato decisamente troppo e di cui, peraltro, non hanno beneficiato neanche i commercianti del centro storico, avremmo potuto abbassare l’IRPEF a tutti».
«Ci rammarica, poi, continuare a sentire il sindaco fare riferimento ad un innalzamento delle tasse durante l’amministrazione Paffetti. Questa convinzione, infatti, non fa altro che confermare la sua impreparazione peraltro piuttosto imbarazzante. Vogliamo precisare, poi, che il nostro voto contrario al punto riguardante la TARI è legato alla previsione delle entrate derivanti dalle cosiddette seconde case di cui non è stato dichiarato il numero dei componenti del nucleo familiare, portandoli tutti in maniera fittizia a 6. Tale criterio, oltre ad essere illegittimo, è anche palesemente falso e quando gli interessati dichiareranno il numero vero si verificherà una mancata entrata che provocherà, questa volta sì, un buco di bilancio».
«Abbiamo espresso voto contrario per tutelare l’ente, per difendere i cittadini, per dare prova del fatto che uno sviluppo economico diverso è possibile. Il sindaco Casamenti sta giocando a ribasso sulla pelle dei cittadini e questo, da opposizione responsabile, non possiamo permetterlo».