GROSSETO – «Roba da non credere! Il comunicato dei quattro consiglieri del Movimento 5 stelle mi verrebbe da qualificarlo così. Però, cercando di essere un minimo formale, dico che mi dispiace sul piano personale perché alcuni dei firmatari sono persone che conosco da anni, anche come famiglia, che evidentemente riescono ad avere due facce distinte: ne prendo atto». Così Giovanni Lamioni risponde alle critiche dei quattro consiglieri del Movimento 5 Stelle che avevano bocciato la sue nuova iniziativa legata alla Fondazione Atlante.
«Entrando invece nel merito del farneticante comunicato del M5S rispondo che non sono ritornato perché non sono mai andato via, a differenza loro che non sono mai arrivati da nessuna parte. Non sono mai andato via anche dopo essermi dimesso, sissignori dimesso, dalla presidenza della Camera di commercio e dalla vicepresidenza di Unioncamere dopo l’esito negativo delle Regionali. Poi comincio con i ringraziamenti: per il fatto che da presidente della Camera di commercio, da solo, avrei coperto le assenze della politica e fatto sviluppo locale».
«Grazie, anche io ne sono convinto: un grandissimo lavoro è stato fatto in Camera di commercio. Sulle corbellerie che avrei fatto mi permetto di dissentire in pieno sulla prima, quella di Maremma Wine Shire, ma rispetto il giudizio. Credo che magari ne ho fatte anche più di due: grazie anche di questo. Quando da solo fai sviluppo locale, come conferma il M5S, è normale che non tutte ti riescano. Certo, loro che non fanno nulla non rischiano neppure le corbellerie, a parte certi comunicati codardi. Sulle Regionali, poi, condivido e nuovamente li ringrazio per la precisazione che ero solo contro tutti, cosa che loro difficilmente avranno il coraggio di fare mai. E davvero mi imbarazza ringraziarli di nuovo quando dicono che se non mi fossi candidato avrei avuto la corsa come sindaco in discesa. Ma allora sono bravissimo!»
«Da solo ho fatto sviluppo locale e ho colmato le assenze della politica, e i grossetani mi avrebbero fatto sindaco. Dicano anche che sono un gran bell’uomo e il mio ego, smisurato, ne godrà. Poi però divento serio e sconsolato e ai tanti che mi chiedono sempre chi sono i rosiconi e i guardoni ai quali faccio spesso riferimento rispondo: ecco, questi signori sono l’esempio tipo. Persone che di fronte a un privato che impegna patrimonio e risorse della propria famiglia e aziendali, invece di plaudire all’impegno, giudicandolo poi magari sull’operato, cosa fanno? Criticano perché presidente della Fondazione è mia figlia di 19 anni! E già questo fa capire anche il cattivo gusto, perché di fatto tirano in ballo una giovane».
«Questa è l’unica cosa che mi ha portato a rispondere perché mi rende furioso. Ma hanno capito, come ho detto, che si tratta di una fondazione familiare-aziendale? Chi avrebbe dovuto essere il presidente, uno dei loro figli? E ancora, evidenziare che il programma neppure l’Ice lo realizzerebbe. Ma a lor signori cosa importa? Sono soldi loro? Sono soldi pubblici? No, sono risorse private. E se riusciremo a fare tanto o poco, avremo fatto sempre di più dei guardoni che si limitano a spiare. Questa è Grosseto! Ecco il problema: gente diffidente, gelosa, invidiosa, che non fa niente, che non ha mai fatto niente e gufa e spia, sperando che chi si impegna sbagli».
«Allora, signori, sappiate che la gran parte delle fondazioni private sono rette da componenti della famiglia che le ha promosse o dell’azienda, e che qualunque cosa faremo per questa terra sarà più del loro niente. Concludo condividendo solo l’assenza di coordinamento tra gli attori, cosa che anche alla presentazione abbiamo evidenziato, ma certo non è con questo atteggiamento da serve che lo si ottiene. Non vorrei più rispondere, perché certe miserie non meritano perdite di tempo: mi riservo di farlo solo qualora si tirasse nuovamente in ballo mia figlia. Allora mi ci troverebbero».