GROSSETO – Una pasta di grano antico, con proprietà organolettiche straordinarie, prodotta in Maremma e che dalla nostra terra prende il nome. È stata presentata oggi, presso la sede di Coldiretti, la nuova pasta “è Maremma”. I grani con cui viene prodotta la farina sono coltivati tutti tra Roccastrada e Castiglione della Pescaia. Un progetto che si pone l’obiettivo di chiudere la filiera, garantendo la tracciabilità del prodotto in ogni sua fase.
«Questo progetto – afferma il direttore di Coldiretti Andrea Renna – lo abbiamo condiviso da subito. Anche perché il nostro obiettivo è proprio quello di garantire la tracciabilità del grano, una battaglia che stiamo combattendo anche in Europa».
Massimo Emiliani, presidente della Paleo Maremma, la società che sta portando avanti il progetto, parla di pasta «digeribile, godibile. La vecchia pasta degli avi. L’agricoltura ha bisogno di tracciare strade differenti, anche per impedire l’abbandono delle campagne». «È dai momenti difficili che emergono le idee – ricorda il presidente provinciale di Coldiretti Marco Bruni -. Ritornare al consumo di prodotti locali, a chilometro zero. Anche nella ristorazione».
Renzo Fedi, uno dei soci della Paleo Maremma, parla di «una pasta di grano duro varietà Senatore Cappelli, un grano antico che pure ha un sapore gustoso anche per tutti i giorni». La pasta «ha proprietà organolettiche importanti – affermano i produttori – è povera di glutine e ricca di proteine, così come confermano gli studi fatti dall’università su grano Senatore Cappelli».
L’obiettivo è quello che i ristoratori adottino questa pasta nelle proprie cucine. Ma anche che i comuni ne promuovano l’uso nelle mense scolastiche, come ha intenzione di fare il Comune di Castiglione della Pescaia come ha sottolineato il vicesindaco Elena Nappi. Già dal prossimo anno, sarà prevista nel bando per l’aggiudicazione del servizio mensa «In realtà molti prodotti a chilometro zero sono già previsti all’interno della mensa».
Alcuni ristoratori hanno già scelto questa pasta, e la si può trovare in vendita alla cantina del Cristo, e a breve anche on line. Il costo è di 7,50 euro al chilo. Più cara di una pasta da supermercato, ma con proprietà specifiche eccellenti da un punto di vista nutrizionale.
Tullio Marcelli, presidente regionale Coldiretti parla di etichettatura obbligatoria sulla, «un obiettivo che non è ancora stato raggiunto ma che l’Italia ha presentato a Bruxelles. C’è chi, anche tra i parlamentari italiani, vorrebbe far passare per italiana la pasta fatta con miscele fatte in Italia ma di grano estero». Poi Marcelli sottolinea «il valore aggiunto di una pasta fatta con grano locale va ridistribuito tra chi produce e chi vende. Questo, della pasta “è Maremma”, è un prodotto il cui valore deve essere ben comunicato. Alla fine spendiamo tutti i giorni un euro per il caffè, possiamo spenderne uno per un bel piatto di pasta».
«Questo progetto – sottolinea l’onorevole Monica Faenzi riallacciandosi alla proposta di certificare i grani – acquisterà valore se gli italiani potranno avere la certezza di cosa mangiano. Una pasta che riduce anche l’insorgere di celiachia». E il consigliere regionale Leonardo Marras parla di «esempio di una scelta imprenditoriale. Bisogna far capire che si produce per vendere: la sfida è posizionarsi nel mercato».
Massimo Neri ha ricordato come «il riconoscimento della materia prima sia fondamentale». E infine il preside dell’istituto alberghiero, Alfonso De Pietro, i cui studenti già lavorano farina da questo grano, precisa «Il grano Senatore Cappelli riduce l’insorgenza di allergie e di sviluppare intolleranze».
Info: www.emaremma.it info@emaremma.it
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