GROSSETO – “Calano i rifiuti, aumentano i costi: questa la fotografia scattata dal centro studi della Cgia di Mestre commissionato dalla Confesercenti Toscana”. Lo si legge in una nota della Lega Nord di Grosseto.
“Intanto il presidente di Sei, Paolini – prosegue Lolini – rilascia dichiarazioni pittoresche: “La tassa Tari – ha detto Paolini nei giorni scorsi su vari media locali – viene stabilita in maniera autonoma dai comuni sulla base del principio della copertura totale dei costi del servizio, mentre in passato la Tarsu veniva coperta con una percentuale del 60-70 per cento e il restante veniva accollato alla fiscalità generale, questa è la causa degli aumenti tariffari”. Insomma, per il Paolini Sei è estranea agli aumenti che i cittadini hanno subito negli ultimi anni”.
“Tutti i tentativi fatti da Lega ord e Movimento 5 stelle di conoscere nei dettagli, così come prescrive il dpr 158/1999 le varie voci degli alti costi contenuti nel piano economico finanziario, – spiega il capogruppo leghista Mario Lolini – sono andati a vuoto. Anche nel consiglio comunale aperto del febbraio 2016, concesso a fatica dopo un anno dalla sua richiesta, alla presenza degli allora amministratore delegato Organni e direttore Corti non vennero fuori risposte alle numerose richieste avanzate in virtù di aumenti vergognosi ricaduti nelle tasche dei cittadini. E oggi c’è chi continua ad arrampicarsi sugli specchi”.
“In questo momento, per maggiore chiarezza, vogliamo occuparci non di tutto l’Ato, ma della sola situazione del Comune di Grosseto facendo rilevare a Paolini alcuni elementi e dati precisi per avere finalmente risposte esaurienti e chiarificatrici: il Comune, non effettuando il servizio direttamente ma tramite un gestore, in base al dpr 158/1999 determina la tariffa della tassa non in maniera autonoma, ma solo in seguito al ricevimento del Pef da parte di Sei e sulla base di tale documento approva in consiglio la tariffa. L’obbligo della copertura completa dei costi è entrato in vigore per i comuni dal 2013 e Grosseto anche negli anni 2011/2012 arrivava ad una copertura dell’80/90 per cento: quando Sei ha iniziato la gestione operava già il 100 per cento di copertura.
Inoltre, nel caso del Comune di Grosseto, il personale impiegato per il servizio era ed è sostanzialmente quello che occupava il Coseca: perciò nessun aumento di personale può essere caricato in più al nostro Ente. Esaminando i piani economico finanziari degli ultimi quattro anni si notano delle palesi incongruenze, di difficile comprensione: se si tiene conto che a fronte delle vecchie gestioni ne è subentrata una sola da parte di Sei era normale conseguire dei notevoli risparmi e delle indubbie economie di scala”.
“Invece – prosegue Lolini – c’è stata un’amplificazione dei costi veramente inspiegabile. Nel 2013 con il Coseca il Pef evidenziava costi comuni (generali e amministrativi) per un ammontare di 2 milioni e 668mila euro. Denari che nel 2014 con Sei sono divenuti 8 milioni e 415mila euro, quasi 7 milioni nel 2015 e 7milioni e 231mila euro nel 2016. I dati Ispra offrono una lettura ancora più chiara: la spesa pro capite media per i rifiuti in Italia era pari a 178 euro nel 2013, 173 nel 2014, 191 nel 2015 e nel 2016. I grossetani, negli stessi anni, pagavano 258 euro nel 13, 268 nel 14, 265 nel 15 e 263 lo scorso anno. Questi i numeri. Il resto sono chiacchiere. E arrampicate sugli specchi”.