GROSSETO – Continua la discesa, seppur contenuta, dell’Albo Artigiani della provincia di Grosseto, come evidenziato dai dati elaborati dalla Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno. Come oramai è consuetudine da diverso tempo il saldo a fine anno segna una contrazione rispetto all’anno precedente.
Il numero totale degli artigiani passa, infatti, dalle 5.808 unità del 2015 alle 5.783 del 2016, con una diminuzione di altre 25 unità.
Dato – di per sè non particolarmente eclatante – che tuttavia assume un significato diverso se solo si considera che in periodi ante crisi (fine 2008) gli artigiani nella nostra provincia avevano raggiunto la ragguardevole cifra di ben 6498 unita’.
Il calo, peraltro, è distribuito in maniera abbastanza omogenea, con punte maggiori nelle aree interne, montane e collinari, ed inferiori lungo la costa, con Grosseto in particolare che evidenza una lieve crescita.
Larga parte della contrazione è riconducibile alla perdurante crisi del settore delle costruzioni, in affanno da anni e rispetto al quale e’ stato evidenziato, a più riprese, il consistente crollo del fatturato. Tale considerazione viene altresì avvalorata dal fatto che in tale settore – stando ai dati della della CERT, la cassa edile artigiana, cui aderiscono molte imprese della provincia – continua un significativo calo occupazionale. Infatti, se al 31.12.2015 le ditte iscritte in provincia di Grosseto erano 96. alla fine del 2016 sono scese a 86 mentre gli addetti sono passati da 369 a 330.
In verità, anche se si tratta di una magra consolazione, i cali sia dell’Albo, che delle imprese iscritte alla CERT sono evidenziati in tutte le province toscane.
“Rispetto a questa situazione, che denota un rallentamento della crisi, non bastano gli sforzi messi in campo a livello locale, per portare a compimento interventi ed iniziative necessari e da troppo tempo attesi, ma è fondamentale che soprattutto a livello nazionale si intervenga con misure strutturate a favore delle imprese –commenta Anna Rita Bramerini, direttore di CNA -. Alcuni segnali sono arrivati ma non sono ancora sufficienti per garantire la ripresa. Occorre che le imprese siano alleggerite, fin dal livello nazionale, dal peso della burocrazia, dalla pressione fiscale, in particolare per quella che incide sull’occupazione e agevolate nell’accesso al credito, che nonostante i tassi della BCE, continua ad essere concesso a tassi elevati a gran parte delle imprese”.