GROSSETO – Sei comuni, compreso il Capoluogo, poco meno di 109 mila abitanti, densità di popolazione più bassa della media regionale, indicatori sociali che denotano una situazione complessivamente in linea con la media Toscana. La zona distretto Area grossetana si presenta come la più popolosa della provincia e una di quelle a maggior impatto sulle future scelte per le politiche sanitarie e assistenziali.
Ed è proprio qui che si è aperto, oggi, il ciclo di incontri organizzati dalla Direzione aziendale nelle 13 zone socio-sanitarie della Asl sud est, in vista della redazione dei Piani integrati di salute, che dovranno essere approvati entro la fine dell’anno. Per ciascuno di essi è stato previsto un percorso condiviso e partecipato, concertato con amministratori, cittadini, associazionismo, partendo proprio dall’analisi del territorio, delle sue peculiarità e dei bisogni della popolazione.
Cosa è emerso dalle relazioni degli esperti
Nell’area grossetana (di cui fanno parte i comuni di Grosseto, Roccastrada, Civitella-Paganico, Campagnatico, Scansano e Castiglione della Pescaia) l’analisi epidemiologica rileva complessivamente una situazione in costante miglioramento nel lungo periodo, con buone condizioni generali di salute e i dati della mortalità in linea con la media regionale. Emergono, tuttavia, alcuni di indicatori che evidenziano criticità legate agli stili di vita e alla situazione complessiva del territorio (per fare un esempio, la qualità delle infrastrutture), più che alla qualità dell’assistenza sanitaria, cui comunque spettano, in parte, le risposte a queste stesse criticità.
In particolare, lo studio evidenza che il numero delle persone colpite da infarto, quello dei di diabetici e delle persone che soffrono di malattie dell’apparato respiratorio è più alto della media regionale; così come è più alta la mortalità per incidenti e traumi, in cui indubbiamente influiscono le condizioni della viabilità. In diminuzione, invece, la mortalità per tumore, più bassa della media regionale. Rispetto agli stili di vita, purtroppo, i numeri descrivono una popolazione con persone sovrappeso o obese, in tutte le fasce di età, più alto della media toscana, così come più alto è il numero dei fumatori tra i 14 e i 19 anni.
La risposta sanitaria
E’ quella che l’Azienda ha messo in campo, in risposta alle criticità: per fare un esempio, se è vero che nell’area grossetana il numero di chi è colpito da infarto è più alto, la mortalità a 30 giorni dal ricovero, è più bassa della media regionale. Segno che l’intervento sanitario, sia con la rete dell’emergenza che con il trattamento in ospedale, funziona. E può ulteriormente essere migliorato, rendendo ancora più efficace e rapida la rete per il trattamento dell’infarto.
I pazienti che soffrono di malattie respiratorie vengono presi in carico efficacemente dal territorio, limitando i ricoveri per le fasi acute e intervenendo per contenere l’aggravamento della patologia.
Sui traumi, fermo restando che non può essere la sanità a occuparsi delle infrastrutture, è compito dell’Azienda migliorare la risposta assistenziale. A breve, al Misericordia sarà costituito il polo per la Chirurgia d’Urgenza, con l’assegnazione dell’incarico di responsabile, e sarà nominato il nuovo primario dell’ortopedia e Traumatologia.
I tavoli tematici e l’integrazione socio-anitaria
Sono sei e si sono riuniti, nella seconda parte della giornata. I tavoli di approfondimento si sono concentrati proprio sui temi delle reti assistenziali, sulle cosiddette “fragilità” (adolescenti, anziani, marginalità sociale, fasce deboli), sull’integrazione ospedale-territorio, sugli stili di vita.
Partendo dagli esiti dei tavoli, verrà costruito il Piano integrato si salute che ogni zona socio-sanitaria è chiamata ad elaborare con la partecipazione dei Comuni, della Asl, e dei portatori di interessi (volontariato, associazionismo, organismi di tutela).
Commenti
Enrico Desideri, direttore generale Asl sud est
“I dati che sono stati presentati oggi devono farci riflettere sulla necessità di intervenire a modificare le abitudini che influiscono sulla salute e sulla sicurezza. E bisogna farlo tutti insieme, ciascuno per la propria parte ma con programmi e progetti integrati. In questo contesto, è nostro compito offrire la massima collaborazione per fare educazione alla salute, informare, costruire consapevolezza, migliorare gli stili di vita. Questa è la cosiddetta prevenzione primaria, fondamentale per intercettare le cause di alcune patologie, in modo da non ammalarsi o ammalarsi di meno. Così come è importante la prevenzione secondaria, quella sanitaria vera e propria, volta a individuare precocemente la patologia per aggredirla prima e curarla meglio. Pensiamo ad esempio al programma regionale di screening oncologico o alla sanità di iniziativa”.
Fabrizio Boldrini, direttore della zona socio-sanitaria grossetana
“E’ ovvio che si possa e si debba migliorare ulteriormente, ottimizzando le reti cliniche integrate fra i medici di base e gli specialisti, la continuità ospedale-territorio, in cui l’ospedale deve rispondere solo alla fase acuta e deve essere la rete territoriale a prendere in carico il paziente, sopratutto nelle patologie croniche. Così come è fondamentale l’ulteriore sviluppo delle cure intermedie, valorizzando il ruolo dei medici di base, la cui collaborazione è determinante per la qualità dell’assistenza, in questo come in altri campi”.