GROSSETO – 50 milioni a disposizione di Acquedotto del Fiora. Risorse che per il Partito democratico debbano essere impiegate per rafforzare l’azienda e ridurre le tariffe. A presentare la posizione del Pd è il capogruppo in consiglio comunale Lorenzo Mascangi.
«È relativamente semplice lamentarsi per lo scarso “peso politico” della Maremma e per la poca attenzione che riversano sul nostro territorio Firenze o Roma. Quella della lamentazione, è poi una tentazione che si fa più forte, quasi irresistibile, quando i livelli di governo sono di colore politico diverso; è allora che le grida contro la Regione “matrigna” o contro il Governo “nemico” si fanno più intense, come si legge pressoché quotidianamente nelle cronache di questi mesi».
«Più difficile è costruire strategie politiche che consentano di impedire l’isolamento del nostro territorio e ridurre il gap che ci divide da altre aree, anche della Toscana, economicamente più prospere e politicamente più influenti. E poiché, come è noto, nessuno regala niente, questi obiettivi ci si conquistano con lungimiranza ed intelligenza politica».
«Una sfida importante, a tale riguardo, è quella che riguarda la gestione del servizio idrico integrato. Sappiamo che sino al 2026 tale servizio è affidato ad Acquedotto del Fiora e che a quella data verrà effettuato un nuovo bando per l’aggiudicazione del servizio, al quale verosimilmente parteciperanno – giusto il quadro normativo attualmente vigente – anche compagini ed aggregazioni nazionali ed internazionali».
«Dobbiamo allora prepararci per tempo per evitare – tra qualche anno – che la nostre comunità perdano il ruolo strategico sin qui rivestito, salvo poi lamentarci quando è troppo tardi. Due questioni appaiono fondamentali per la gestione di questa partita: quella della sede unica di Acquedotto del Fiora e quella relativa all’utilizzo degli utili, che rappresentano un autentico tesoretto di oltre 50 milioni (di cui il 60% spettante ai soci pubblici)».
«In ordine alla sede, è di tutta evidenza che avere una sede efficiente e di proprietà, soprattutto se si verificheranno aggregazioni tra le realtà toscane ed il servizio sarà gestito su base regionale, sarà determinante per mantenere gli assets aziendali ed i dipendenti sul territorio. Desta pertanto preoccupazione il fatto che il Comune di Grosseto, dopo aver di fatto bloccato l’iter che prevedeva la realizzazione della sede in piazza della stazione (per l’acquisto dell’area Fiora ha già versato al Comune quasi 2 mln di euro) allo scopo di valutare la realizzazione la sede all’ex Garibaldi, non abbia ancora dato risposte concrete in ordine alla perseguibilità di tale proposta alternativa».
«I dubbi esternati pubblicamente dal vice-sindaco Agresti sulla fattibilità di tale alternativa, se non smentiti, parrebbero far presagire un abbandono surrettizio del progetto, lasciandolo finire su un binario morto. Quanto alla partita degli utili, tre sono le direttrici da prendere per rendere più forte l’azienda del Fiora e prepararla al meglio alle sfide future:
1) una parte degli utili dovrebbe senz’altro essere impiegata per ricapitalizzare Acquedotto del Fiora (azienda per altro sottocapitalizzata) allo scopo di renderla più competitiva in vista del 2026, e ciò sia nel caso in cui si proceda alla fusione con le “consorelle” toscane, sia nel caso sarà Fiora a partecipare alla gara per l’affidamento del servizio;
2) un’altra parte degli utili dovrebbe invece essere restituita ai cittadini abbattendo inizialmente la quota fissa in tariffa attraverso il meccanismo del ristorno; il Comune di Grosseto, potrebbe pertanto venire incontro alle famiglie chiedendo che una parte degli utili ad esso spettante venga utilizzata per ridurre di fatto le tariffe a partire dalle famiglie numerose e dai redditi disagiati;
3) una terza azione dovrebbe consistere nella richiesta di modifica, in sede ATO, del sistema tariffario che dovrebbe essere rimodulato non solo su fasce di consumo, come è attualmente, ma anche in base al nucleo familiare, così da attenuare i costi per famiglie numerose e con figli, le più gravate dalla crisi. Si potrebbe così giungere a prevedere la gratuità dei primi 30 litri al giorno di consumo per ciascun componente del nucleo familiare».
«Se il Comune di Grosseto si muovesse in questa direzione, si otterrebbe un triplice obiettivo: impostare per tempo le sfide che ci attendono in modo da non perdere assets e personale; rafforzare il ruolo pubblico di Acquedotto del Fiora; ridurre i costi del servizio a vantaggio di famiglie e cittadini, visto e considerato che, seppure l’attività che porta l’acqua nei nostri rubinetti è ormai un processo industriale con ciò che consegue in termini di costi, l’acqua è e deve rimanere un bene comune, a disposizione di tutti i cittadini».
«Quello che è importante è intraprendere ora la giusta direzione. Diversamente, le lamentazioni o le lacrime che verseremo tra qualche anno, saranno lacrime di coccodrillo».