ISOLA DEL GIGLIO – «Su quanto scrive Progetto Giglio avrei potuto tacere, come solitamente faccio di fronte alle loro stravaganti e sterili uscite, ma stavolta sento il dovere di respingere ogni illazione sulla società promotrice poiché, in fin dei conti, i beneficiari delle sponsorizzazioni promesse sono i gigliesi e sui miei concittadini credo non si possa scherzare con frasi che possono nuocere al loro futuro». Il sindaco del Giglio Sergio Ortelli risponde a Progetto Giglio che chiedeva che fine avessero fatto i progetti Micoperi.
La polemica è nata quando il gruppo “Progetto Giglio”, opposizione consiliare in comune, aveva pubblicato un articolo con il quale accusava la Micoperi di non aver mantenuto le promesse fatte negli anni dei lavori di rimozione della Costa Concordia che, «come si ricorderà, fu un’operazione che fece il giro del mondo e si concluse con il trasferimento del relitto a Genova – ricorda Ortelli -. Più volte, ricordiamo, l’amministratore delegato di Micoperi Silvio Bartolotti aveva espresso l’intenzione di devolvere parte degli utili derivanti dall’appalto ai gigliesi, trasformando poi le promesse in aiuti all’isola e che l’Amministrazione aveva accolto a braccia aperte: la nuova offerta per la scuola e la riqualificazione di una piazza».
«E’ assai ingeneroso – sottolinea Ortelli – ironizzare sulla società Micoperi che ha pubblicamente promesso di aiutare l’Isola del Giglio con sponsorizzazioni che per essere concretizzate necessitano di tempi lunghi, di acquisizione di titoli edilizi, di contatti e di decisioni ponderate, in un contesto come il Giglio dove produrre qualcosa è sempre preda di farraginose procedure e lungaggini burocratiche».
Le accuse riguardavano due temi specifici precisa il primo cittadino: «la nuova scuola finanziata dalla Micoperi con un progetto che si proponeva la creazione di un nuovo modello di offerta formativa per i ragazzi dell’isola e per un territorio che è notoriamente disagiato e svantaggiato. L’offerta riguardava la costruzione di un percorso scolastico unitario da 3 a 14 anni e possibilmente elevarlo in futuro a 16 anni per risolvere o perlomeno migliorare il graduale spopolamento dell’isola dovuto principalmente alla scuola. L’altra questione concerneva la riqualificazione urbana della piazza centrale di Campese. Micoperi, tramite uno studio di architetti, aveva progettato la piazza del centro turistico principale dell’isola, ma come tutti i progetti necessita delle doverose autorizzazioni».
«Non posso però negare che in tutte le cose sono presenti sempre grandi difficoltà – ribadisce Ortelli -. Silvio Bartolotti, patron della Micoperi, mi ha confessato che, come tante aziende del panorama mondiale, anche la sua sta attraversando un serio periodo di crisi dovuto principalmente alle difficili condizioni dell’economia e all’attuale cambio sul petrolio che non consente una crescente produzione di commesse perché c’è un riflesso negativo anche sul dollaro. Nonostante il periodo nero mi ha comunque confermato l’intenzione di mantenere fede alle promesse fatte».
Sul tema della scuola ci sono ancora problemi che provocano ritardi sulla ripartenza ma nel corso della prossima settimana il comune, i consulenti di Micoperi e la direzione scolastica si ritroveranno per valutare quale strada imboccare per continuare un progetto che ha già maturato un ottimo anno di esperienza. «Costruire un ambiente di apprendimento multilingue richiede l’accorpamento dei tre livelli scolastici in un unico plesso che oggi non è disponibile. Questo non è e non sarà facile ma vengono percorse tutte le strade con il fine di raggiungere questo prestigioso obiettivo».
«Tutto questo – conclude il sindaco Ortelli – lo decideremo come sempre con gli insegnanti, i genitori e i cittadini con i quali ci siamo sempre confrontati condividendo ogni scelta. E se l’opposizione vorrà essere parte attiva ben venga ma porti soluzioni e contributi altrimenti la smetta di polemizzare inutilmente. Chi vuol donare qualcosa potrebbe stancarsi di questo clima arroventato e delle accuse infondate che gli vengono rivolte».