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di Fulvia Marini, Dottore Magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche
Quanti di voi lettori sono o sono stati sportivi e/o hanno figli, che a loro volta, praticano attività fisica?
E quanti hanno sentito l’esigenza di effettuare una visita per capire se fosse tutto ok per praticarla?
Avendo lavorato come infermiera nella Medicina dello Sport, ho notato che spesso la visita per il conseguimento della certificazione dell’idoneità allo sport venga vista dall’utenza come un iter burocratico ripetitivo e banale ma così non è, ed è un diritto dovere quello di accedere ad una visita che possa garantire la vostra sicurezza.
Nell’immaginario collettivo sport è sinonimo di benessere, di prevenzione delle malattie, sport è salute, ma ahimè quando, durante una partita trasmessa in TV, assistiamo ad una morte cardiaca improvvisa (MCI) di giocatori professionisti come Renato Curi, Piermario Morosini, Vigor Bovolenta, Dale Oen, allora ci soffermiamo a pensare a quanto sia importante cercare di prevenire tali eventi drammatici (anche se non sempre è possibile predirli con certezza), attraverso una visita sanitaria che tuteli la salute dell’atleta.
La legislazione italiana è tra le più avanzate al mondo riguardo alla tutela sanitaria delle attività sportive.
Il D.M. 18/02/1982 obbliga colui che pratica sport a livello agonistico a sottoporsi ad una visita che ne comprovi l’idoneità. La visita comprende: raccolta dati/informazioni sullo stato di salute; rilevazione dati antropometrici (peso e altezza), visus e pressione arteriosa (PA); elettrocardiogramma (ECG) a riposo, durante lo step test / scalino (durata 3 minuti) e dopo lo sforzo fino ad un recupero di almeno un minuto e mezzo; esame spirometrico; esame chimico-fisico delle urine; visita clinica da parte del medico sportivo e obbligatorietà della vaccinazione antitetanica in corso di validità. Per gli atleti over 35, oltre a tali accertamenti, è previsto un test da sforzo al cicloergometro (alla bicicletta).
Anche la certificazione per attività sportiva non agonistica, che invece può essere di competenza sia del medico di famiglia che del pediatria di libera scelta che del medico sportivo, comprende una serie di accertamenti: esame obiettivo ed anamnesi, rilevazione della pressione arteriosa , elettrocardiogramma a riposo , almeno una volta nella vita ed annuale per chi sia over 60 e/o che presenti fattori di rischio cardiovascolari; Elettrocardiogramma a riposo annuale per coloro che, a prescindere dall’età, siano portatori di patologie croniche comprovanti un aumentato rischio cardiovascolare.
Durante questi controlli, purtroppo e per fortuna vengono molto frequentemente riscontrate nella persona allergie respiratorie, problemi di sovrappeso, di postura e molto altro ancora che o non si sapeva di avere o a cui non avevamo dato molta importanza. Tutto questo spesso viene vissuto come un eccesso di zelo dalla persona o dalla sua famiglia, che possono ritenere il tutto eccessivo o superfluo per un attività non agonistica . È invece importante avviare un percorso adeguato con gli specialisti competenti per calibrare l’attività rispetto alle condizioni di salute o scegliere l’attività sportiva più adeguata. Con queste mie riflessioni spero di essere riuscita a sensibilizzarvi sul fatto che,se è vero che lo sport è salute, è altrettanto vero che … ci vuole salute per fare sport!