GROSSETO – Sono passati 26 anni dal disastro nucleare di Chernobyl, avvenuto il 26 aprile del 1986, e ancora oggi la situazione è disperata. Sette milioni di persone vivono nelle zone più contaminate in Bielorussia, Russia e Ucraina, e sono costrette a nutrirsi con cibo fortemente radiattivo. Basti pensare che il 20% del territorio agricolo e il 23% delle foreste della Bielorussia sono state contaminate a causa della ricaduta al suolo dei radiosotopi radioattivi, contaminado così la catena alimentare.
Nonostante tutto il primo ministro Ucraino, Mikola Azarov, vorrebbe decontaminare e riaprire la zona di esclusione di Cernobyl. “E’ assurdo proporre la riapertura delle aree contaminate – affermaAngelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – con la centrale che ancora non è stata messa in sicurezza e con i rischi radiattivi ancora alti. La migliore risposta per Legambiente è invece quella di continuare a monitorare la grave situazione dal punto di vista ambientale e sanitario. Non è certo facendo finta di niente che si risolvono le enormi problematiche legate all’incidente nucleare del 1986. È fondamentale invece continuare ad aiutare la popolazione e in special modo i bambini, per i quali le ripercussioni continuano a essere gravissime anche a distanza di tanti anni. L’associazione del Cigno sta portando avanti dal 1994 il Progetto Rugiada per far fronte a questa emergenza e per dare una speranza concreta alle popolazioni colpite dall’incidente”.
Per far fronte a questa catastrofe ancora in atto, Legambiente continua a sostenere il Progetto Rugiada nato nel 1994 per monitorare i bambini colpiti dalle radiazioni. Ancora oggi moltissimi bambini vengono ospitati per un mese nel Centro specializzato di Vilejka, in Bielorussia. La struttura è situata tra i boschi e sulla riva di un lago, dove i piccoli vengono seguiti con programmi specifici, sia di tipo medico che pedagogico, con lo scopo di riscontrare possibili forme tumorali. Per tutto il periodo dell’accoglienza viene fornito loro cibo sano e non contaminato dalle radiazioni. Per avere informazioni a riguardo è possibile consultare il sito www.solidarietalegambiente.org. Inoltre per contribuire al Progetto Rugiada è possibile fare una donazione su C/C postale 12075586 intestato a Legambiente Solidarietà o tramite bonifico bancario intestato a Legambiente Solidarietà, Codice Iban – IT 43 E 050 1802 8000 00000513351.