AMIATA – Venerdì 20 gennaio, alle 17:00 a Castell’Azzara e alle 21:00 a Santa Fiora, il Comitato per la fusione dei Comuni di Castell’Azzara e Santa Fiora ha indetto due assemblee pubbliche, aperte a tutti i cittadini.
«L’interesse che sta suscitando la nostra iniziativa per la fusione dei Comuni di Castell’Azzara e Santa Fiora indica che la proposta è attuale, opportuna, utile. Quelli di domani si preannunciano come due importanti appuntamenti di grande valore per la vita stessa delle nostre comunità» dichiarano i coordinatori del Comitato.
«Nel metodo e nel merito la nostra proposta si fonda su un processo di partecipazione continua, di condivisione e analisi collettiva dei vantaggi e degli svantaggi che accompagni ogni fase di discussione – continua la dichiarazione – La fusione di Comuni comporta vantaggi e problemi, anche concreti e pratici, tutti da tenere nel giusto peso e da affrontare con serietà. Le osservazioni avanzate in questi giorni.
Le risorse pari di circa dieci milioni di incentivi previsti per questa fusione che saranno a disposizione del Comune Unico, aiuteranno a superare molte difficoltà tecniche ma dovranno essere utilizzate anche come base importante per ripensare e rilanciare un nuovo modello organizzativo che offra servizi decentrati in tutto il territorio.
Molte delle osservazioni critiche sollevate hanno già una soluzione sperimentata in esperienze simili. Così è per la questione sollevata da Marzio Mambrini sull’omonimia di alcune vie e la validità dei documenti di identità e anche sul presidio di guardia medica. Tutti i documenti, in questi casi, rimangono in vigore fino a loro naturale scadenza, così come permangono due distinti CAP che permettono l’identificazione univoca delle residenze.
Per le questioni che riguardano la sanità già da tempo l’organizzazione non è una questione che viene affrontata a livello comunale, ma comprensoriale. Il presidio di guardia medica fu localizzato a Castell’Azzara grazie ad un accordo d’area proprio con Santa Fiora che mantenne il presidio ASL. Le considerazioni logistiche e organizzative che ispirarono tale scelta restano valide e sarà compito dei rappresentati dei due paesi di presidiarle.
Ci sono certezze che dipendono dalla nostra capacità di governare il futuro e altre che si realizzeranno se sceglieremo di ostacolarlo. Il presente presenta un lento e continuo calo e invecchiamento della comunità e un indebolimento della forza contrattuale della popolazione con un effetto conseguente sul sistema dei servizi pubblici e privati come la farmacia, le scuole, le banche, le poste o i carabinieri. Per contrastare questa tendenza sono necessarie risorse e una rappresentanza politico/amministrativa forte che attivi azioni per favorire l’insediamento, la permanenza, la vita nei nostri paesi.
Il lavoro, le economie e i progetti si muovono ormai all’interno di aree molto più vaste dei nostri piccoli territori interni. Dobbiamo avere voce in capitolo in provincia di Grosseto, in Toscana, in Italia. La fusione vuole mettere in gioco con rinnovata forza tutte le straordinarie risorse e capacità che Castell’Azzara e Santa Fiora hanno saputo, sanno e, a nostro parere, sapranno esprimere».
«Il tempo è importante. Non bisogna perderne in discussioni infinite, non è necessario essere frettolosi vanno esaminate con cura le idee e le proposte, riconoscendo a tutti il diritto di esprimersi. La sfida è politica e sociale, trasversale a tutte le rappresentanze, oltre ogni strumentalizzazione ideologica e populismo. Ragioniamo democraticamente e poi decidiamo con il voto, alla luce del sole.
La fusione non sarà la soluzione di tutti i mali, ma secondo noi ha molti più vantaggi rispetto agli svantaggi, non ultimi l’affrancarsi dall’obbligo di associazione delle funzioni in un ente sovracomunale come L’Unione e cospicui incentivi che permetterebbero, a discrezione della nuova amministrazione unita, un abbassamento della pressione fiscale e investimenti sul territorio».